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3/15/2017
Nel mirino del Fisco ora finiscono i "contribuenti recalcitranti", così come definisce il MEF i clienti italiani a cui è stato richiesto dai propri istituti finanziari ma hanno rifiutato di fornire adeguate rassicurazioni sulla regolarità dei fondi depositati presso le istituzioni finanziarie svizzere interessate. Il dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze e l'analoga autorità svizzera (l’Amministrazione Federale delle Contribuzioni) hanno comunicato ieri la chiusura di un accordo per rendere operativo lo scambio di informazioni a fini fiscali attraverso "richieste di gruppo" in base all’articolo 27 della Convenzione per evitare le doppie imposizioni tra l’Italia e la Svizzera.
L’accordo è in vigore dal 2 Marzo 2017, si legge in una nota del Mef. In particolare, definisce le modalità operative per una specifica categoria di “richieste di gruppo” ammissibili e "rappresenta un ulteriore importante elemento di collaborazione tra i due paesi verso l’obiettivo di una maggiore trasparenza fiscale, a seguito dell’entrata in vigore (il 13 luglio 2016) del Protocollo di modifica della Convenzione per evitare le doppie imposizioni tra Italia e Svizzera, che ha allineato lo scambio di informazioni tra i due paesi al più recente standard dell’OCSE". Il ministero spiega che tali richieste potranno riferirsi "a fatti o circostanze esistenti o realizzate a partire dal 23 febbraio 2015 (data di firma del Protocollo) e - in linea con lo standard OCSE - riguarderanno gruppi di contribuenti identificabili in base a determinati schemi di comportamento, senza necessità di elencazione nominativa nella richiesta".
Le "richieste di gruppo" da parte delle autorità, inoltre, genereranno "elenchi nominativi in risposta, che potranno dare origine a ulteriori richieste di informazioni più dettagliate". Le autorità competenti dei due paesi, prosegue la nota, intendono continuare la proficua collaborazione per rendere operative le richieste di gruppo anche sui conti chiusi e quelli "sostanzialmente chiusi" di pertinenza di clienti italiani.
Lo scambio automatico di informazioni consentirà all’Italia di ricevere in via continuativa, a partire da settembre 2017, le informazioni nominative su italiani con disponibilità finanziarie presso un ampio numero di paesi, compresi i maggiori centri finanziari. "In tale rinnovato contesto, la recente riapertura dei termini della voluntary disclosure rappresenta un’importante opportunità per i contribuenti italiani che intendono regolarizzare la propria posizione fiscale con riguardo alle attività detenute all’estero in violazione delle norme fiscali" conclude il Mef.
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