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3/8/2011 | Federico Leardini
LO SLITTAMENTO - Se l'obiettivo è quello di valorizzare al massimo uno dei gioielli di famiglia non ci si deve fare fretta. Devono pensarla così i vertici di Unicredit riguardo alla gestione della "valorizzazione" di Pioneer.
Dopo mesi di speculaizone circa la possibilità di vedere la Sgr di Piazza Cordusio passare sotto bandiera francese, di recente la svolta nazionalista e il progetto di matrimonio con Eurizon, che, a dirla tutta, pare piacere più alla politica che ai mercati.
Ad ogni modo ci sono ancora dei nodi da sciogliere prima di passare alla fase della vera e propria negoziazione, con la presentazione delle offerte vincolanti e il via libera all'iter di valorizzazione.
Il primo riguarda i rischi collegati agli investimenti operati nei fondi di Bernard Madoff, il secondo, più centrale, lo studio e la definizione degli accordi distributivi da siglare col nuovo acquirente.
Stando a quanto emerge dalle porte chiuse di Piazza Cordusio, i vertici di Unicredit, assistiti dall'advisor BofA-Merrill Lynch, sono quasi pronti a fornire ai potenziali acquirenti le delucidazioni del caso su questi temi.
Da allora dovrebbero scattare le tre settimane per presentare le offerte definitive e vincolanti.
Realisticamente sembra difficile che se ne possa parlare prima di inizio aprile.
Rimane da dirimere una terza questione, quella centrale: chi potrebbe offrire maggiori garanzie per una concreta valorizzazione di Pioneer?
INTESA vs. AMUNDI - Scritto lungamente dei pro e dei contro della crezione del "campione italiano" del risparmio gestito che deriverebbe dalla fusione con Eurizon, i più ora si tornano a interrogare sulle opzioni estere.
Prima che Ca de' Sass scendesse in campo, in pole position sembravano esserci i francesi di Amundi, che arriverebbero a valutare Pioneer 3 miliardi di Euro (contro un book value di 2,5 nel bilancio di Unicredit).
La perplessità di Unicredit e del suo numero uno Ghizzoni deriva dalle dinamiche di distribuzione che qeusto accorod porterebbe con se: Piazza Cordusio acquisterebbe una posizione di partner col 30% del nuovo polo e siglerebbe un accordo di quasi esclusiva per la distribuzione attravesro la sua rete.
Una soluzione che a detta di molti, legherebbe un pò troppo le mani ai vertici della banca italiana e non sarebbe vista di buon occhio.
Alla fine la soluzione più probabile sarà la convocazione di un Cda chiamato a valutare formalmente le offerte e a scegliere collegialmente.
Con la terza via, sempre possibile, che si decida di rinunciare ad eventuali plusvalenze per il 2011, togliendo dal mercato Pioneer.
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