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5/22/2020
Raccolta netta pari a 11,6 miliardi di euro, in crescita dell’11,1% rispetto al trimestre precedente, di cui ben 9,1 miliardi sono confluiti su conti correnti e depositi. E’ questa in sintesi la fotografia fornita da Assoreti sull’andamento dell’industria delle reti di consulenza finanziaria nel primo trimestre del 2020.
Nell’ambito del risparmio gestito, che chiude il trimestre in sostanziale pareggio, con una raccolta complessiva pari a 88 milioni di euro, il bilancio è particolarmente negativo per gli organismi di investimento collettivo: sicav e fondi comuni hanno registrato nel trimestre una raccolta netta negativa pari a 2,4 miliardi di euro, un risultato fortemente condizionato dalle vendite avvenute nel mese di marzo, che hanno raggiunto i 2,8 miliardi di euro. I deflussi si sono concentrati soprattutto sugli OICR di diritto estero, che hanno visto fuoriuscite per 2,1 miliardi di euro, ma anche i fondi di diritto italiano hanno chiuso il trimestre in rosso, con disinvestimenti pari a 546 milioni di euro. I riscatti hanno coinvolto tutte le categorie di investimento, e il comparto più venduto è stato quello dei fondi flessibili, con 1,2 miliardi di disinvestimenti, in particolare quelli di diritto estero (1,1 miliardi), mentre le altre categorie hanno visto deflussi più contenuti: -662 milioni i fondi azionari, -634 milioni i fondi bilanciati, -492 milioni i fondi obbligazionari. Unici a discostarsi dal trend negativo sono stati i fondi di fondi esteri obbligazionari, che hanno raccolto 130 milioni di euro, i fondi monetari di diritto estero (86 milioni) e i fondi di fondi flessibili italiani (6 milioni).
Nel comparto del gestito si salvano le gestioni patrimoniali individuali, con una raccolta che nel trimestre si è attestata a 501 milioni di euro, e i prodotti assicurativi, che anche se in forte flessione sia in termini congiunturali che tendenziali, hanno registrato investimenti netti per 1,8 miliardi di euro.
Diametralmente opposto l’andamento del risparmio amministrato, che ne primo trimestre ha registrato una raccolta positiva pari a 11,5 miliardi di euro, la cui quota prevalente, pari a 9,1 miliardi, è confluita sotto forma di liquidità su conti correnti e depositi: una raccolta alimentata in parte dai disinvestimenti realizzati nel mese marzo sulle altre componenti del portafoglio, ma soprattutto dall’acquisizione di nuova clientela e conseguentemente, in un primo step, dal trasferimento delle posizioni liquide precedentemente depositate presso altri operatori. Si tratta di una buona notizia per l’industria delle reti: a fine marzo, il numero di clienti primi intestatari delle imprese partecipanti alla rilevazione si è attestata, infatti, su un valore superiore a 4,5 milioni di unità, con una crescita dell’1,1% rispetto al dato di fine 2019 ed un flusso in entrata pari a circa 71 mila unità nei primi tre mesi dell’anno.
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