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Greenwood (Invesco): Europa in deflazione a inizio 2015

11/3/2014

Secondo il capo economista solo un forte deprezzamento dell’euro può far partire la ripresa


“Per evitare la deflazione, la Bce deve incoraggiare un deprezzamento valutario molto più accentuato e/o garantire una crescita decisamente più rapida di massa monetaria e credito. Ritengo che il tasso d'inflazione si avvicinerà allo zero entro fine anno, con un'Europa in deflazione agli inizi del 2015, a meno che nel frattempo l'euro subisca un deprezzamento molto significativo”. E’ questa l’analisi di John Greenwood (nella foto), capo economista di Invesco, nel suo outlook trimestrale. “L'Eurozona è entrata in una fase di stallo durante il periodo estivo, nonostante la Bce abbia annunciato una serie di misure di stimolo a inizio giugno, tra cui la prima tornata del nuovo programma di finanziamento (Tltro) nel mese di settembre”, spiega Greenwood.
 
 
In particolare, “la Banca centrale ha deluso le attese con soli 86 miliardi di euro assegnati alle banche europee, cifra ben inferiore ai 150 miliardi di euro previsti dagli analisti. In mancanza di un'accelerazione della crescita della massa monetaria estesa o di un significativo allentamento fiscale, l'unica speranza di ripresa per l'area della moneta unica è rappresentata dalla presenza di una valuta sostanzialmente più debole”, dice l’economista d’Invesco. “L’unica nota positiva è data dal contesto in cui ci troviamo, dove la capacità in eccesso persisterà per diversi anni, garantendo il mantenimento di un ridotto tasso di inflazione e una fase di ripresa economica più lunga del solito”, prosegue Greenwood.
 
 
Più in generale, i tassi di interesse pressoché nulli delle banche centrali si sono rivelati temporaneamente efficaci nella promozione dei prezzi di azioni e altri asset rischiosi, ma visto che credito e massa monetaria estesa non hanno ancora accelerato risalendo ai tassi pre - crisi, le politiche delle banche centrali non sono ancora riuscite a garantire il risanamento dei bilanci del settore privato o il ripristino di un normale tasso di crescita. Infine, quanto alla crescita del PIL reale dell'area euro, si è assistito a un progressivo rallentamento dal ridotto 0,2% su base trimestrale del primo trimestre 2014 allo stallo (0%) del secondo trimestre 2014, con il dato sulla crescita che si attesta solo allo 0,7% su base annua. “Ritengo che nel 2015 il miglioramento sarà solo marginale” conclude Greenwood.

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