Secondo le statistiche, le risparmiatrici evidenziano livelli inferiori di soddisfazione, sicurezza e ottimismo rispetto ai maschi. Questa negatività sembra avere poco a che fare con le differenze biologiche innate e molto a che vedere con la mancanza di esperienza e di buone consulenze.
Boston Consulting Group (BCG) ha calcolato che, nel 2009, le donne controllavano il 27% circa delle ricchezze mondiali, cioè 20.000 miliardi di dollari. Nonostante questo, le clienti donne tendono a ricevere meno attenzione degli uomini. Secondo BCG, più della metà dei soggetti coinvolti in un’indagine condotta su 12.000 donne in 22 paesi pensa che i consulenti finanziari potrebbero impegnarsi di più per soddisfare le esigenze delle clienti donne, mentre quasi un quarto pensa che i gestori patrimoniali potrebbero migliorare notevolmente la qualità del servizio offerto alle donne.
Da uno studio del 2005 di Merrill Lynch Investment Managers è emerso che, in generale, agli uomini effettivamente investire piace di più che alle donne, forse perché hanno più esperienza nel prendere decisioni di investimento (l’esperienza favorisce una maggiore predisposizione al rischio, che a sua volta rafforza il desiderio di investire, e così via).
I ricercatori dell’Università di Mannheim hanno scoperto di recente che, dopo aver usato uno strumento di simulazione del rischio in grado di fornire informazioni su un fondo azionario (“fondo rischioso”), sia gli uomini sia le donne tendono a mostrare una minore avversione al rischio, cioè sono disposti ad assumersi più rischi di investimento senza recriminare sulla scelta fatta quando il risultato è negativo. L’aumento degli investimenti nel “fondo rischioso” si può spiegare a fronte della migliore comprensione dei mercati finanziari e della maggiore sicurezza nelle decisioni finanziarie.
Test sugli stereotipi
Vent’anni fa, i ricercatori dell’Università della California dimostrarono che la sicurezza ricopre un ruolo di rilievo nell’assunzione dei rischi.
Nel 2010, Barbara Döbeli e Paolo Vanini scrivevano sul Journal of Banking and Finance che se un’opportunità di investimento non è chiara e trasparente, le donne sono meno propense degli uomini ad assumersi un rischio. Inoltre, un’indagine condotta da ShareBuilder Corporation nel 2007 concludeva che le donne in generale sono meno sicure degli uomini nelle decisioni di investimento, sebbene nella maggior parte dei casi siano loro a gestire il budget familiare e a pagare le bollette.
La sezione Global Investment Delivery del Credit Suisse sta indagando, insieme al Dipartimento Banking e Finance dell’Università di Zurigo, su come accrescere la sicurezza e le conoscenze degli investitori valutando le reali preferenze di rischio di ciascuno (la preferenza di rischio è la disponibilità di una persona ad assumersi o evitare un rischio nelle scelte finanziarie, ndr).
La finanza comportamentale e anche noi come banca siamo particolarmente interessati a capire come vengono prese le decisioni e dove le persone hanno una predilezione. Quanto più complesso è un rischio - come nelle decisioni finanziarie - tanto più è difficile predire come reagiranno le persone.
Durante una delle nostre attuali serie sperimentali, abbiamo scoperto che la simulazione dell’esperienza aiuta gli investitori a prendere decisioni complesse, come la scelta di prodotti strutturati.
La simulazione sceglie su base casuale i rendimenti da un indice fittizio (il sottostante) e calcola la remunerazione corrispondente. Abbiamo scoperto, inoltre, che le donne rivedono le proprie decisioni di investimento più spesso degli uomini dopo aver appreso come si comportano i mercati finanziari. In altre parole, sembrano adattarsi più degli uomini e quindi traggono più vantaggio da questo tipo di informazioni.
Infine, lo studio di Merrill Lynch già citato evidenzia che le donne apprendevano dai propri errori di investimento ed erano meno propense degli uomini a ripeterli. Si dimostra così che le donne prendono decisioni di investimento di qualità e redditizie quando si sentono sicure.
Valutando le decisioni di investimento delle donne prima delle simulazioni dell’esperienza, risultò chiaro che le donne presentavano un’avversione nei confronti delle perdite più forte rispetto agli uomini, preferendo evitare le perdite piuttosto che conseguire dei guadagni.
Ma, dopo la simulazione, il gap fra uomini e donne diminuisce e le rispettive preferenze di investimento si avvicinano.
Questi risultati sono significativi perché lo stereotipo comune di una maggiore avversione al rischio delle donne può avere conseguenze di vasta portata: ad esempio, i consulenti finanziari possono scegliere in anticipo l’asset allocation o i prodotti finanziari a basso rischio e con possibilità di rendimento a lungo termine. Una fonte di frustrazione per le donne, citata spesso nello studio del BCG, riguarda i responsabili della pianificazione finanziaria, che le tratterebbero dall’alto al basso o che fornirebbero loro poche informazioni, a parte quelle essenziali.
Imparare a cambiare
Nel recente studio “Stereotype Threat Affects Financial Decision Making”, Priyanka Carr della Stanford University e Claude Steel della Columbia University mostrano come gli stereotipi negativi – come l’irrazionalità e l’illogicità delle donne – influenzino le decisioni finanziarie di donne e uomini. I loro esperimenti hanno rivelato che quando venivano evocati degli stereotipi negativi, le donne prendevano decisioni finanziarie più prudenti ed erano più disposte a rinunciare a opportunità di guadagno per evitare perdite e rischi, mentre gli uomini diventavano più propensi al rischio. Quando, invece, non entravano in gioco gli stereotipi negativi sulle donne, non si evidenziavano differenze di genere nelle decisioni finanziarie.
Gli studi e le osservazioni sul mondo reale sostengono l’idea di un gap di genere nel comportamento d’investimento, gap che sembra essere radicato nei diversi livelli di sicurezza quando si prendono le decisioni finanziarie. Ma l’esperienza può sostenere la fiducia delle donne migliorando la conoscenza dei rischi sottostanti connessi ai prodotti di investimento. A nostro parere, la simulazione dell’esperienza è la tecnica più efficace attualmente a dis posizione per informare e preparare gli inves titori inesperti.
Alcune banche hanno già adottato dei provvedimenti per introdurre questi metodi. Il Credit Suisse utilizza uno strumento di simulazione dei rischi (princi palmente in Europa e Asia) che permette agli utenti di tracciare i trend dei rendimenti di un portafoglio nel corso di precedenti situazioni di mercato estreme. L’obiettivo principale è di trasformare il comportamento, e ciò a cui dà luogo, da paura inconscia a timore gestibile.
Articolo tratto dal numero di agosto di ADVISOR
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