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Un buon anno non basta

5/2/2013 | andrea.giacobino


Quasi 5,3 miliardi di raccolta netta, con un balzo di circa il 120% sul pessimo 2011. Il 2012 dei fondi comuni d’investimento, in Italia è stato un ottimo anno dopo un lungo periodo di buio. Anche il 2013 ha confermato la tendenza positiva con un saldo attivo di quasi 12 miliardi nei primi due mesi dell’anno. Il merito del riscatto è certamene del ritrovato andamento positivo dei mercati ma anche, e soprattutto, dell’operazione di salvataggio dell’Eurozona condotta dalla mano ferma di Mario Draghi al vertici della Bce con i due programmi di acquisto di titoli governativi denominati Ltro e Omt.
A testimoniare che col 2012 si è chiuso un anno positivo anche per l’industria europea dei fondi comuni di investimento, spinta dalla crescente richiesta di Ucits, lo sostiene anche l’associazione Efama che rileva gli strumenti Ucits e non-Ucits domiciliati nei paesi europei (Unione Europea, Svizzera e Turchia) e ha diffuso i dati relativi all’andamento del settore europeo alla fine del quarto trimestre del 2012 e degli ultimi dodici mesi in generale. 
 
Entrando nel dettaglio, i numeri diffusi da Efama rivelano, nel 2012, una crescita del 12,4% degli asset totali gestiti che raggiungono alla fine dell’anno quota 8.944 miliardi di euro, di cui 6.295 nei prodotti Ucits (il dato del 2011 era pari a 7.920 miliardi, di cui 6.010 nei soli Ucits). A favorire un tale risultato non solo le performance ma anche la raccolta netta dei prodotti Ucits che, alla fine del 2012 hanno registrato un saldo positivo per 201 miliardi di euro, contro i -97 miliardi del 2011.
Un dato che diventa ancora più eclatante se si considerano solo i fondi di lungo termine Ucits, esclusi i monetari. In questo caso il bilancio del 2012 è pari a 239 miliardi di euro, contro i -64 miliardi del 2011. A trainare la raccolta soprattutto i prodotti obbligazionari che in dodici mesi hanno fatto registrare un saldo positivo per 203 miliardi, contro i soli 2 miliardi raccolti, invece, dai fondi azionari. Segno meno, infine, per i prodotti monetari che continuano a soffrire per i bassi tassi di interesse e in dodici mesi registrano una raccolta netta negativa per 39 miliardi di euro, in linea con i -33 miliardi del 2011.
Dopo anni altalenanti, nei quali l’industria del risparmio gestito è stata messa in crisi da sottoperformance rispetto agli indici di riferimento e da richieste di rimborso piuttosto elevate, il 2012 ha rappresentato anche l’anno del riscatto per i fondi comuni investimento. I quattro comparti base, nei quali vengono classificati i fondi, hanno realizzato quasi tutti performance positive e quei gestori che hanno saputo cogliere in anticipo i trend che hanno caratterizzato il 2012, sono quelli che hanno sovraperformato rispetto ai benchmark ed ai competitor.
Così, nell’ambito del comparto azionario, i gestori dell’inglese HSBC hanno conquistato il podio assoluto con il fondo dedicato all’equity turco che nel passato anno solare ha guadagnato il 72%, contro il 61% del proprio benchmark, riuscendo a sfruttare al meglio la crescita dell’emergente Turchia, e che sta ancora beneficiando della politica di privatizzazione che lo Stato sta attuando negli ultimi anni.
 
Tuttavia, oltre alla bravura del team di gestione, l’andamento del mercato ha avuto un ruolo fondamentale nelle performance dei fondi comuni investimento. Infatti, al secondo posto assoluto si colloca un altro fondo azionario specializzato sul mercato turco, il DWS Turkey, anch’esso con un rendimento superiore al 60%. Turchia che ha influito positivamente anche sul rendimento del più generico comparto azionario emergente che, insieme ai mercati asiatici, ha ottenuto buoni risultati nonostante l’andamento del mercato cinese si sia dimostrato un pò deludente rispetto alle attese di inizio anno. 
Per trovare i migliori fondi comuni investimento azionari europei bisogna scendere verso rendimenti decisamente più bassi, ma sempre di notevole spessore: il migliore in assoluto, il JPM Europe Focus, ha ottenuto una performance del 30%, circa 17 punti in più del suo benchmark. Ancora più basso il rendimento del miglior fondo specializzato sul nostro mercato dove trionfa il Fidelity Italia con un +25%. Mentre si tiene a Milano la quarta edizione del Salone del Risparmio organizzato da Assogestioni, l’invito a tutti gli operatori del settore, dagli asset manager ai consulenti finanziari (ex-promotori finanziari), è di non dormire sugli allori. 
Un buon anno “non fa primavera”.
 
Articolo tratto da ADVISOR, newsmagazine della consulenza finanziaria

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