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7/20/2024 | Francesco D'Arco
L’inflazione “erode il valore reale degli strumenti finanziari determinando, da un lato, una perdita per chi li detiene come attività (sotto forma di depositi a vista, altri depositi e titoli di debito), dall’altro, un guadagno per coloro per i quali questi strumenti costituiscono una passività”. Ad affermarlo è la Banca d’Italia che ha analizzato gli effetti dell’inflazione sulla ricchezza delle famiglie. E la conclusione alla quale giunge è: “l’inflazione ha avuto effetti eterogenei anche sulla ricchezza delle famiglie, penalizzando in particolare quelle relativamente più ricche”.
Al fine di valutare gli effetti dell’inflazione, Banca d’Italia ha suddiviso le famiglie in quattro gruppi sulla base della ricchezza e del reddito: ricchezza alta e reddito alto; ricchezza alta e reddito basso; ricchezza bassa e reddito alto; ricchezza bassa e reddito basso.
Dati alla mano, alla fine del 2021 i nuclei più abbienti - quelli che hanno ricchezza netta e reddito entrambi al di sopra dei valori mediani della popolazione e che rappresentano circa il 37% del totale - detenevano quasi la metà delle attività in strumenti finanziari. Il patrimonio lordo delle famiglie con alta ricchezza ma redditi inferiori alla mediana, prevalentemente riconducibili a pensioni, era investito per il 78% in attività non finanziarie, in particolare abitazioni. Le attività non finanziarie costituivano la principale componente del patrimonio (più del 75%) anche per i nuclei con bassa ricchezza, indipendentemente dal livello di reddito. L’incidenza dell’indebitamento era, di contro, relativamente contenuta per tutti i gruppi, tranne che per le famiglie con bassa ricchezza e alto reddito, generalmente composte da persone più giovani (per le quali tale incidenza superava il 40% del patrimonio lordo).
A questo punto l’inflazione - che dal 2013 al 2020 è stata in media dello 0,9% annuo per poi raggiungere un picco del 12,6% nel 2022 - quanto ha eroso il patrimonio degli italiani? L’erosione è stata marcata per tutte le famiglie con ricchezza elevata, ma in rapporto al reddito annuo più intensa per quelle che avevano redditi inferiori alla mediana: le prime (reddito e ricchezza elevate) hanno registrato un’erosione da inflazione dell’11%, le seconde (ricchezza alta e reddito basso) hanno subito una perdita del 16% nel 2022. I nuclei con bassi livelli di ricchezza e di reddito hanno subito perdite più contenute: -5%. Per contro, le famiglie meno ricche ma ad alto reddito, maggiormente indebitate, hanno realizzato guadagni dall’inflazione per quasi un decimo del reddito.
Questi numeri, da un lato confermano l’importanza di ricordare alle famiglie italiane che l’inflazione è una tassa silenziosa che erode il patrimonio. Dall’altro che la consulenza patrimoniale deve lavorare molto per abbattere le cattive abitudini delle famiglie italiane, su tutte la tendenza a difendersi dai momenti di difficoltà ricorrendo alla liquidità e all’immobilismo, con quello che ne consegue se arriva, come avvenuto nel 2022, la tagliola dell’inflazione.
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