Questo perché secondo l’esperto sarebbero principalmente le piattaforme on-line le vere “strutture” di architettura aperta, paragonabili a dei supermarket dei fondi. “Questi strumenti sono perlopiù utilizzati da clienti ad elevata cultura finanziaria, indipendenti per cui il filtro del consulente (ex-promotore)/consulente genera spesso poco valore aggiunto” spiega Massimo Tessitore, partner della practice europea di Retail & Business Banking di Oliver Wyman. “Mentre nell’architettura guidata viene effettuata a monte una prima scelta  che può valorizzare la consulenza qualificata”. Ecco perché si può dire che l’architettura guidata rappresenta un superamento di quella aperta. Certo esistono delle criticità anche in tale struttura. Secondo alcuni, difatti, l’architettura guidata potrebbe essere interpreatata come un “coming back” all’origine, al mondo del mono-brand. “Formalmente potrebbe essere letta così, ma credo che invece tale sistema rafforzi il valore della rete” suggerisce Cicioni. “Il distributore effettua una prima scrematura dei prodotti sulla base delle linee guida strategiche e commerciali della casa, sulla segmentazione della clientela; ovviamente tale scrematura dovrebbe “premiare” le case “best of breed” sulle differenti asset class contribuendo anche alla maggior efficienza del mercato del risparmio. Offre quindi un servizio che il cliente non è in grado o non ha il tempo di effettuare da solo” continua Tessitore. Il dilemma non sta quindi nella scelta tra architettura aperta o guidata, ma nell’ottimizzazione del sistema di remunerazione delle reti che dovrebbe essere “indifferente” rispetto ai prodotti consigliati ed essere focalizzata sulla consulenza, che come tutti i servizi professionali deve essere pagata dal cliente che ne beneficia. Ma questa è un’altra storia. Di certo secondo gli esperti il mercato avrebbe bisogno di una maggiore concorrenza. E l’unico modo per farlo crescere sarebbe quello di sviluppare delle nuove piattaforme. Soltanto così si riuscirà a polarizzare veramente il mercato tra veri e propri supermarket virtuali con tutti i prodotti disponibili e reti di distributori con i “best brand” e in grado di offrire una consulenza guidata. Così si potrebbe qualificare e chiarificare anche meglio il ruolo del consulente finanziario (ex-promotore finanziario).

 

Articolo tratto dal mensile ADVISOR, numero di Marzo 2011