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Fondi comuni: calano i costi ma gli ETF crescono di più

6/19/2024 | Marcella Persola

Un mercato sempre più concentrato, stretto tra grandi fondi ed ETF con meno attenzione alla sostenibilità. E' questa la fotografia dell'industria del risparmio gestito nel 2023


Un mercato sempre più concentrato, stretto tra grandi fondi ed ETF con meno attenzione alla sostenibilità. E' questa in poche battute la fotografia dell'industria europea del risparmio gestito che emerge dall'ultima edizione del Fact Book di EFAMA.

 

Naturalmente sono presenti delle differenze a livello di Paesi ma in linea generale l'associazione europea dell'industria dell'asset management ha evidenziato nel suo ultimo report come nel 2023 a livello di fondi a lungo termine siano prevalsi quella di grandi dimensioni. Infatti quelli con dimensioni inferiori ai 100 milioni hanno registrato una perdita delle masse di circa il 4% perdendo sempre più quote di mercato. Allo stesso modo invece sono cresciuti i fondi con oltre 1 miliardo di AuM che hanno visto crescere sempre di più sia le masse che la quota di mercato.

 

Anche gli ETF sono stati protagonisti di una forte crescita. Si è passati da una quota di mercato dell'11% da parte dei passivi nel 2013 all'attuale 26% alla fine del 2023. Tale crescita è dettata sia dalla forte domanda registrata dagli investitori, ma anche dai costi degli strumenti passivi.

 

Sui costi il Fact Book di Efama evidenzia come si stia assistendo a una diminuzione di essi che è misurabile nel periodo tra il 2019 e il 2023 in una media annuale in calo dal 1,16% all'1,06% per i fondi attivi, mentre per i fondi passivi Ucits il calo è stato dallo 0,23 allo 0,21%. Questo trend secondo gli esperti continuerà vuoi per la trasparenza sui costi, sia sulla pressione sui margini che porta a una maggiore competizione tra asset manager. 

 

Interessante notare come tra le altre evidenze emerse ci sia una maggiore rappresentanza di investitori esteri sui fondi europei. Negli ultimi cinque anni gli investitori esteri hanno “comprato” 276 miliardi di fondi di investimento EU in media annualmente, contro i 174 miliardi cross-border e i 196 miliardi di investimenti domestici. 

 

Ma se da una parte sono cresciuti gli investitori esteri in Europa, dall'altro è anche vero che la quota di azioni USA è diventata molto più alta in Europa. La quota di azioni USA è più che raddoppiata, passando dal 22 al 44% negli ultimi 10 anni, dovuta alla sovraperformance del mercato a stelle e strisce soprattutto sul fronte tech. 

 

Sul fronte sostenibile si è assistito a un forte cambio di passo. La raccolta dei fondi articolo 9 è scesa notevolmente in raffronto agli anni precedenti, mentre i fondi articolo 6 sono riusciti ad attrarre flussi per 41 miliardi.

 

A livello di performance invece sono stati premiati gli investitori che hanno scelto il mondo equity che nel 2023 ha generato una media del 14,2% contro gli Ucits multi-asset che hanno portato a casa l'8,7% mediamente e i bond con 5,7% per finire con i monetari al 3,3%. Considerando il tasso di inflazione medio del 3,4% per l'anno considerato la maggior parte degli OICVM si è rivelata un'ottima scelta d'investimento nel 2023. E nonostante gli investitori retail abbiano continuato ad acquistare fondi nel 2023, alcuni investitori hanno spostato la loro attenzione verso le obbligazioni, soprattutto in Paesi come il Belgio e l'Italia che hanno offerto emissioni obbligazionarie a più alto rendimento. 

 

“Il Fact Book di quest'anno mostra che gli OICVM stanno offrendo buoni rendimenti con costi in calo, attirando investitori sia europei che stranieri” ha dichiarato Tanguy van de Werve, d.g. dell'associazione. "Se da un lato questa è una buona notizia per il benessere finanziario di questi investitori, dall'altro ci sono ancora troppe famiglie europee che non colgono i benefici dell'investimento nei mercati dei capitali. Questo è un anno cruciale di cambiamenti all'interno delle istituzioni europee, con il chiaro riconoscimento da parte dei politici della necessità di incoraggiare un maggior numero di investimenti al dettaglio per affrontare il divario pensionistico e sostenere la crescita economica. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno di azioni decisive che semplifichino gli investimenti, riducano la burocrazia e ci avvicinino a un'Unione del Risparmio e degli Investimenti".

 

 

 

 

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