I prossimi sei trimestri saranno di crescita positiva. E' questa la visione di Valentijn van Nieuwenhuijzen, Head of Strategy di ING Investment Management, che prevede un buon andamento per le economie sviluppate, "seppure al di sotto del potenziale" e con una "probabilità di double dip intorno al 30-40%". 

 

Aspettative che si basano su tre elementi: "i dati recenti registrano un lieve miglioramento, mostrando che gli impatti dello shock petrolifero e del Giappone si stanno attenuando; l’occupazione e la spesa per beni di consumo durevoli sono ben al di sotto dei livelli pre-Lehman e quindi lo spazio per ulteriori riduzioni è molto più limitato rispetto al 2008. Da ultimo, le istituzioni devono ancora risolvere in modo esaustivo gli attuali problemi e la storia ci suggerisce che, raggiunta una certa soglia, la soluzione si trova. Purtroppo il problema è quello di capire quanto siamo prossimi al livello di guardia” spiega van Nieuwenhuijzen.

 

Tutto questo, nell'Eurozona, si traduce in un aumento del livello di rischio sistemico che, unita alla prolungata crisi del debito e al rallentamento nella domanda esterna, si tradurrà in una riduzione della crescita del Pil nel 2012, dall’1,7% all’1%. 

 

Per quanto riguarda, invece, i mercati emergenti, le previsioni di ING Investment Management sono generalmente migliori rispetto a quelle per i paesi occidentali, con un Pil complessivo atteso per il 2012 pari al 6,1%, comparato al 3,6% della media mondiale e all’1,6% dei mercati sviluppati. Per la Cina, la crescita nel 2012 prevista è pari all’8,5%, sì inferiore al 9,2% del 2011, ma pur sempre un dato di tutto rispetto.

 

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