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Banche, il rischio di un'IA fornita da pochi

6/7/2024 | Daniele Barzaghi

I problemi in una singola azienda di cloud computing possono potenzialmente interrompere i servizi di molte istituzioni finanziarie.


Le banche sono numerose e, nonostante qualche meccanismo corporativo tipico di ogni settore, esiste una certa concorrenza, magari incalzata dai nuovi player digitali. 

Le società fornitrici di intelligenza artificiale, novità su cui il settore creditizio si è lanciato con entusiasmo, sono invece estremamente poche: basti ricordare che Nvidia, la società che ieri ha superato i 3mila miliardi di dollari di capitalizzazione, diventando la seconda società di maggior valore al mondo, controlla l'80% dei chip che alimentano l'IA.

Se poi aggiungiamo che ogni Paese, per motivi di sicurezza, difende la presenza di campioni nazionali del credito su cui ha anche vigilanza, mentre le società produttrici di IA sono quasi totalmente statunitensi, gli argomenti di riflessione non mancano.

Non a caso questo “collo di bottiglia” industriale è stato al centro delle tavole rotonde e degli interventi dell’Amsterdam Fintech Week tenutasi ad Amsterdam dal 4 al 6 giugno, dove si sono riuniti i responsabili tecnologici delle principali banche europee.

I dirigenti fintech presenti hanno infatti espresso preoccupazioni sul fatto che la quantità di potenza di calcolo necessaria per sviluppare capacità di intelligenza artificiale costringerebbe di fatto le banche a dipendere da un numero ristretto di fornitori tecnologici.

“Per una banca non è possibile realizzare internamente questa tecnologia e sempre più in futuro dovremo affidarci a infrastrutture e macchinari delle Bigtech americane” ha dichiarato Bahadir Yilmaz, chief analytics officer di ING e responsabile IA della banca olandese. “La dipendenza di tutte le banche da un numero ristretto di aziende tecnologiche è uno dei rischi più grandi per l’industria e l’economia in genere”.

“L’IA richiede enormi quantità di potenza di calcolo e davvero l'unico modo sensato per accedere a quel tipo di prestazione è attraverso le Big Tech” ha confermato Joanne Hannaford, che guida la strategia tecnologica nella divisione corporate di Deutsche Bank.

L'anno scorso il Regno Unito ha proposto delle regole per regolamentare la forte dipendenza delle società finanziarie dalle aziende tecnologiche esterne, come Microsoft, Google, IBM e Amazon. I regolatori sono preoccupati che problemi in una singola azienda di cloud computing possano potenzialmente interrompere i servizi di molte istituzioni finanziarie.

Nella sua prima dichiarazione sull'IA, l’Esma ha ricordato settimana scorsa che le banche e le società di investimento non possono esimersi dalla responsabilità e hanno l’obbligo legale di proteggere i clienti quando utilizzano l’intelligenza artificiale.

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