Mps : ha autorizzato l’emissione di strumenti finanziari governativi computabili nel coefficiente patrimoniale Core Tier 1 per un importo massimo complessivi di 3,9 miliardi di euro. Si tratta dei cosiddetti "Monti Bond”, dei quali 1,9 miliardi di euro saranno utilizzati per riscattare e sostituire i vecchi "Tremonti Bond”. L’emissione delle obbligazioni avverrà, subordinatamente al rilascio delle necessarie autorizzazioni, entro il prossimo 28 dicembre.

Eni: Morgan Stanley ha alzato il giudizio su Eni a overweight dal precedente equalweight, fissando il target price a 20,2 euro. Per la banca d'affari il margine per un rialzo del dividendo e l’abilità nel sostenerlo sono tra i più significativi nel settore. Gli analisti hanno citato anche i numeri forniti da Wood Mackenzie, secondo cui il Cane a sei zampe ha creato valore per circa 4 miliardi di dollari tra il 2007 e il 2011 attraverso i successi nelle esplorazioni.

Deutsche Bank: sarebbe stata chiamata dalla Grecia, insieme a Morgan Stanley, a gestire il buyback volontario del debito ellenico. Lo ha diffuso Reuters citando fonti anonime. Secondo le indiscrezioni, già lunedì prossimo l'Agenzia per il debito pubblico potrebbe pubblicare l'invito per il programma di riacquisto che la fonte ha sottolineato essere volontaria. La riunione dell'Ecofin di inizio settimana ha stabilito la metà dicembre come termine ultimo per effettuare il buyback.

Nokia: avrebbe sporto denuncia negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito contro il concorrente Rim per una presunta violazione di brevetto. Stando alle voci, l'azienda finlandese di cellulari avrebbe consegnato la denuncia lunedì scorso presso un tribunale californiano e avrebbe richiesto la cessazione da parte della società canadese dell'utilizzo delle tecnologie di trasmissione brevettate da Nokia e per le quali non avrebbe rinnovato la licenza.

Unicredit: L'andamento delle aste dei Titoli di Stato italiani delle ultime settimane e il calo dello spread sul mercato secondario dei Btp sono due elementi che rappresentano dei fattori catalizzatori di interesse per Unicredit. L'istituto di Piazza Cordusio è tra quelli più esposti al sistema Italia, con una rilevante presenza in portafoglio di Titoli di Stato del Belpaese. Il calo dei rendimenti registrato negli ultimi giorni, accompagnato inevitabilmente da un aumento delle quotazioni dello strumento, spinge infatti a una generale rivalutazione del portafoglio. La banca inoltre potrebbe avvantaggiarsi rispetto ai maggiori competitor grazie alla migliore performance reddituale che i Titoli di Stato italiani in portafoglio dovrebbero garantire. A livello tecnico il quadro rimane caratterizzato da una profonda indecisione. Si noti l'importanza della trendline ribassista che collega i massimi relativi da metà settembre. Solo una decisa violazione di tale resistenza dinamica, ossia oltre quota 3,55 euro, il titolo potrebbe avviare una nuova gamba rialzista il cui primo significativo obiettivo sarebbe da ricercarsi in area 3,85 euro.