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10/17/2018 | Ufficio Studi AIPB
È ormai assodato quanto per i clienti private sia importante la relazione, sia con il banker, al quale è legato da un rapporto fiduciario durevole nel tempo, sia con la banca/rete, che difficilmente abbandonerebbero.
Quando però si trovano a descrivere il proprio istituto più nel profondo, emergono caratteristiche che esulano dall’ambito relazionale ed ‘empatico’, per avvicinarsi a una sfera più istituzionale e reputazionale.
È vero che l’ascolto, comunque veicolato dai professionisti, detiene un peso abbastanza significativo (27%). Eppure, aspetti ‘istituzionali’ come la visione globale dei mercati (28%), il prestigio (21%), la modernità (24%) e la solidità (27%) hanno complessivamente un peso maggiore rispetto ad altri riconducibili all’area relazionale ed ‘empatica’, come “mi fa sentire importante” (16%) o l’offerta di soluzioni a supporto dei progetti di vita (16% – fonte: AIPB-GFK, Indagine sulla Clientela Private in Italia, 2017).
Se anche gli stessi banker, quasi nella metà dei casi (fonte: AIPB-GFK, Private Banker Monitor, 2017), credono che in futuro sarà la banca/rete empatica a rispondere meglio alle esigenze del cliente, sembra stia diventando sempre più urgente per gli operatori trovare il giusto equilibrio tra relazione e reputazione per continuare a essere appetibili agli occhi della clientela aumentandone la percezione di eccellenza.
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