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12/14/2016 | Massimo Trabattoni (*)
Sta per chiudersi un anno che ha visto l'Italia essere penalizzata da un generale clima di sfiducia verso gli asset domestici. Nonostante il recupero messo a segno nelle ultime due settimane, Piazza Affari cede il 12% da inizio anno, 10 punti in più rispetto al pur deludente -1.35% realizzato dallo Eurostoxx50.
Cosa ci aspetta da qui in avanti? Per prima cosa, va detto che il rischio politico si è notevolmente ridotto: abbiamo un nuovo governo che durerà, verosimilmente, fino alla fine del 2017. La ripresa dei settori ciclici, iniziata da qualche tempo in Europa senza che l'Italia, in un primo momento, ne traesse beneficio, sta finalmente agevolando un recupero.
Inoltre, sta arrivando la soluzione per le banche in difficoltà: qualunque sia la strada per completare gli imminenti aumenti di capitale, verrà comunque scongiurato il rischio sistemico: svanirà, quindi, la principale minaccia che ha tenuto gli investitori con il fiato sospeso per un po'. Gli investitori, però, devono imparare ad adeguarsi rapidamente a uno scenario in costante evoluzione: quando si supera un evento che rappresenta un potenziale fattore di rischio, questo viene rimosso dallo scacchiere e il portafoglio deve adattarsi alla nuova situazione. Lo si è visto con il voto americano: la reazione più efficace alla sorprendente vittoria del candidato repubblicano non è stata vendere, ma costruire un portafoglio Trump, adatto a performare bene all'interno della mutata cornice di riferimento.
Tornando a Piazza Affari, se fino ad oggi siamo stati molto negativi, ora ci sentiamo di trasmettere un messaggio più rassicurante, grazie ad alcuni fattori positivi. L'introduzione dei Pir (Piani individuali di risparmio) dovrebbe incanalare nuovi flussi a favore dell'Italia. Il significativo sottopeso degli investitori internazionali sulla Penisola dovrebbe essere riassorbito, proprio perché sta venendo meno il fattore di rischio sistemico associato alle banche. E dopo un periodo contraddistinto da troppa confusione e poca visibilità sul futuro, finalmente si stanno creando le condizioni per tornare a generare alfa, a partire da gennaio.
Quello attuale rimane un mercato guidato dai flussi, che alimentano enormi gap valutativi. E si stratta di un fenomeno trasversale, che coinvolge tutti i settori: dalle banche, ai comparti ciclici. Questa situazione fa emergere alcune opportunità d'acquisto sull'Italia. Intanto il supporto della Banca Centrale Europea rimane un punto fermo. La scorsa settimana Mario Draghi ha annunciato la prosecuzione del programma di stimoli monetari, fino alla fine del 2017, sebbene con una riduzione dell'ammontare in acquisto, che passerà da 80 miliardi a 60 miliardi su base mensile, a cominciare da marzo. In definitiva è stata un modo soft per segnalare che presto o tardi si dovrà procedere con il tapering, la riduzione dello stimolo monetario. È ancora presto, in ogni caso, per occuparsene. Forse verso la metà dell'anno questo tema entrerà nei radar degli investitori. Intanto, però, i mercati possono godersi per un po' il supporto di Francoforte.
(*) Responsabile azionario Italia di Kairos
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