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Longevity, Ragaini (AIPB): l'industria crede al tema ma mancano i prodotti

5/28/2024 | Daniele Barzaghi

Questa tematica consentirà all’industria di fidelizzare il cliente in ottica intergenerazionale e diventare interlocutore primario su più generazioni


La longevity, intesa come allungamento della vita attiva, è uno straordinario successo della scienza, ma anche una grandissima opportunità per il mondo del risparmio gestito, in primis nell’ambito del private banking.

“Oggi ci si sente attivi fino a 69 anni, secondo le nostre analisi” afferma Andrea Ragaini (in foto), presidente dell’Associazione Italiana Private Banking. “Ci si sente anziani a partire dai 76 anni e l’aspettativa di vita è di 91 anni”.  

Queste evidenze richiedono nuove riflessioni sulla pianificazione patrimoniale di lungo periodo, anche perché se osserviamo lo spaccato delle famiglie italiane con patrimoni investibili superiori ai 500.000 euro (il 3% del totale nazionale) “il 75% presenta oggi un nucleo (la famiglia tradizionale, ndr), il 14% è senza nucleo, e l’11% sono persone sole”, come prosegue Ragaini, “ma già tra vent’anni sarà solo il 59% a presentare un nucleo, mentre saranno ben 41% quelle senza nucleo, di cui ben il 37% sarà rappresentato da persone sole”.

Appare quindi chiaro che l’industria del private banking debba cambiare gli standard cui è abituata.

“Nel 2040 si andrà in pensione col 59% dell’ultima retribuzione” riparte Ragaini. “Già oggi il 61% dei clienti è interessato sui temi della salute, il 60% sul mantenere il proprio stile di vita e il 44% all’assistenza. Eppure soltanto il 20% di queste famiglie ha già iniziato a pianificare il proprio futuro”.

Comprendere il tema della longevity consentirà all’industria di fidelizzare il cliente in ottica intergenerazionale e diventare interlocutore primario dei nuclei su esigenze di più generazioni, visto che “il private banking italiano oggi gestisce cinque generazioni di clienti. Non solo gli anziani” sottolinea il presidente Aipb. Oggi, secondo i dati dell’associazione, il tema interessa tutti i cinque cluster di clienti; anche i tre più giovani (inferiori ai 64 anni di età), interessati anche alla gestione dei genitori.

Oggi non ci sono prodotti per questo tipo di esigenza” evidenzia con onestà l’esperto di clientela ampiamente patrimonializzata, “ed è fondamentale per estendere il tema della protezione”.

Ma i private banker si sentono pronti ad affrontate il tema? Il 14% sì, il 67% chiede maggiore formazione e il 19% ammette difficoltà. Dai sondaggi di Aipb sugli operatori, servono in primis formazione su aspetti tecnici (46%), supporto di un esperto (44%) e una piattaforma dedicata a questi temi (43%).

“È un’opportunità ma è anche una responsabilità” sintetizza Ragaini. “Come industria ci crediamo ma abbiamo fatto ancora poco”. 

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