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Cambio di purpose per il gestito

8/5/2024 | Luigi Capitanio*

Il progressivo aumento della popolazione over 65, unito alla decrescita delle nascite, genererà nuovi bisogni di investimento, chiedendo agli operatori di ripensare la pianificazione finanziaria


Nel corso degli ultimi vent’anni, l’industria del Risparmio Gestito in Italia ha sperimentato una notevole crescita del patrimonio.

Il trend di crescita è stato favorito dall’andamento dei mercati finanziari, dal progressivo aumento del livello di educazione finanziaria dei risparmiatori italiani, nonché dalla ricerca di rendimenti mediamente più elevati, che hanno congiuntamente contribuito ad un incremento delle masse di circa 3X.

Ci sono stati solo tre eventi significativi nel ventennio che hanno colpito l’industria del risparmio gestito, anche a causa della marcata pro-ciclità del settore, fortemente correlato all’andamento dei mercati finanziari e dell’economia reale.

 

Tra questi eventi, si annoverano certamente

  • La crisi finanziaria globale del 2008, durante la quale il valore del FTSE MIB si è ridotto di circa il 50%, determinando tre periodi consecutivi di saldi negativi per la raccolta netta del gestito e generando una riduzione di quasi il 30% del patrimonio totale;
  • La crisi del debito sovrano italiano 2010 - 2012 che ha ridotto ulteriormente il valore complessivo del settore (-7% vs. patrimonio 2010);
  • L’interruzione delle politiche monetarie espansive da parte delle Banche Centrali Europee nel 2018 e la pandemia Covid-19 nel 2020, che hanno determinato un nuovo rallentamento della raccolta netta, ribilanciato poi dalla crescita dei flussi a partire dal 2021.
  • Guardando all’evoluzione del business, invece, l’industria del risparmio gestito è stata influenzata negli anni da alcuni cambiamenti nelle caratteristiche e nelle preferenze degli investitori che hanno contributo a modificarne l’assetto.

In particolare:

  • Progressivo bilanciamento delle gestioni collettive e di portafoglio: dal 2003 ad oggi, le gestioni collettive sono progressivamente diminuite, passando dal 61% del totale patrimonio gestito del 2003 al 53% di settembre 2023, al contrario le gestioni di portafoglio sono aumentate (+8 p.p. 2003 vs. 2023), trainate dalla crescita delle gestioni istituzionali di prodotti assicurativi e previdenziali;
  • Apertura vs. fondi di diritto estero: Relativamente al domicilio dei fondi, gli interventi normativi sull’armonizzazione fiscale delle categorie di fondi di diritto italiano ed estero hanno determinato un progressivo aumento del peso relativo dei fondi di diritto estero. Ad oggi, infatti, il peso dei fondi esteri sul patrimonio complessivo ammonta a circa l’80% a fronte del 20% di quelli italiani, mentre prima la quota sul totale delle due categorie risultava invertita;
  • Aumento dei fondi distribuiti dalle reti di consulenti finanziari: dal punto di vista dei canali distributivi, si è assistito, infine, ad una riduzione dell’utilizzo del canale bancario (e.g. sportelli) a favore dell’offerta più specializzata dei consulenti finanziari, che hanno aumentato il loro peso sul patrimonio gestito di +17 punti percentuali 2003 vs. 2023. Tale peso aumenta sensibilmente se si considera la sola distribuzione dei fondi esteri e cross-border.

Quest’anno, il rialzo dei tassi di interesse e l’aumento dell’inflazione hanno contribuito a generare un saldo negativo per la raccolta netta del comparto (-16 miliardi di euro vs. inizio 2023), principalmente impattata dai deflussi sui fondi aperti e dalle gestioni di prodotti assicurativi e da un deciso ritorno degli investimenti verso i titoli di stato e amministrato.

In tale contesto, gli operatori di settore sono chiamati ad identificare le principali sfide dei prossimi anni al fine di prepararsi al meglio per affrontarle.

 

Game changer e call-to-action per gli operatori del settore

Inflazione, volatilità di mercato, curve di rendimenti invertite rappresentano per l’industria un’occasione per instaurare un nuovo dialogo con gli investitori, interpretando adeguatamente le nuove preferenze della clientela retail e ridefinendo un rapporto più equilibrato rispetto ai bisogni economico-finanziari. Tra i principali game changer figurano:

  • Invecchiamento della popolazione e ripensamento delle logiche di pianificazione finanziaria. L’invecchiamento della popolazione presenta sicuramente impatti rilevanti per il settore, soprattutto nell’ambito dell’offerta dei servizi assistenziali e previdenziali.  Infatti, il progressivo aumento della popolazione over-65 unito alla decrescita delle nascite genererà nuovi bisogni di investimento, richiedendo agli operatori di ripensare la pianificazione finanziaria e la gestione del risparmio in modo radicalmente diverso, aumentando il peso della componente assicurativa e previdenziale in modo più rilevante rispetto al passato.
  • Rivoluzione digitale e nuove opportunità offerte dall’AI. Anche la tecnologia appare un elemento di trasformazione cruciale ed è verosimile ritenere che nei prossimi anni il settore subirà una maggiore pressione verso l’utilizzo di soluzioni innovative, tra cui Big Data e Artificial Intelligence, che determineranno drastiche evoluzioni dei modelli di business e operativi. In particolare, l’Artificial Intelligence genererà benefici tangibili come una maggiore efficienza operativa, una crescita strutturale dei ricavi e un’ottimizzazione della customer experience, aumentando il livello di servizio offerto al cliente e riducendo il cost-to-serve associato alla gestione dei prodotti
  • Evoluzione del purpose che gli investitori vedono nell’industria del Risparmio Gestito. Infine, la grande sfida sarà quella di intercettare le mutate preferenze dei consumatori, cogliendo il nuovo purpose che gli investitori vedono nell’industria del risparmio gestito. In un contesto di mercato complesso come quello attuale, si assisterà infatti ad una progressiva tendenza degli investitori ad incorporare considerazioni sociali e ambientali nella scelta dei propri asset finanziari, che imporrà agli operatori di ampliare la gamma di offerta dedicata a questa tipologia di prodotti. 
    In tal senso, gli operatori dovranno tenere in considerazione non soltanto le performance e il rendimento finanziario offerto ma anche rispondere ai bisogni di sicurezza, pianificazione successoria e sostenibilità, aumentando la trasparenza informativa verso il cliente.

Per l’industria del risparmio gestito si prospettano quindi nei prossimi anni diverse sfide che aprono però le porte ad importanti opportunità.

Gli operatori del settore avranno il compito di facilitare e reindirizzare il risparmio, sia attraverso lo sviluppo di prodotti d’investimento in linea con le nuove esigenze degli investitori, sia attraverso la promozione di una gestione finanziaria più responsabile e orientata al futuro, anche con l’utilizzo delle nuove tecnologie.

Nel farlo, dovranno tenere in considerazione sia il contesto competitivo, scongiurando i trend di consolidamento in atto nel mercato attraverso una proposition dedicata, sia il contesto normativo, sempre più complesso e stringente, adattandosi velocemente alle richieste del regulator, valorizzando l’esperienza passata e consolidando il percorso di crescita sostenibile che ha caratterizzato l’ultimo ventennio.

*senior partner, North & South Europe strategy consulting leader Deloitte 
(contributo tratto dal numero 1 anno 2024 di ADVISOR) 

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