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8/29/2017 | Redazione AdvisorPrivate
Giornate cruciali per Banca Intermobiliare di Investimenti (Bim), la controllata di Veneto Banca che è rimasta fuori dal perimetro di asset acquisiti da Intesa Sanpaolo. Si sarebbero infatti ormai concretizzate le offerte vincolanti per il pacchetto di maggioranza, pari a circa il 70%, detenuto dall'istituto di Montebelluna finito in liquidazione coatta amministrativa, che ha chiuso il 2016 con una perdita di 93,3 milioni (contro il rosso di 19,88 milioni nel 2015) e che ha avviato nel 2017 un profondo processo di turnaround.
Ad aver avuto accesso alla data room sono stati i fondi internazionali Warburg Pincus, Jc Flowers, Attestor e Barents Re. Bisogna vedere ora chi verrà indicato come preferito dai tre commissari della banca in liquidazione (Alessandro Leproux, Giuliana Scognamiglio e l'ex-amministratore delegato di Popolare Vicenza Fabrizio Viola) che dovrebbero assegnare, entro il 15 settembre, l'esclusiva al soggetto che presenterà l'offerta vincolante ritenuta più congrua e soddisfacente. Tale periodo non dovrebbe superare i 30 giorni. Sebbene non ci sia, infatti, un termine normativo per la cessione, è stata data un'indicazione di opportunità a chiudere la vendita entro l'anno, anche se resta il nodo del parere vincolante di Banca Centrale Europea e di Bankitalia.
In pole position, secondo indiscrezioni, ci sarebbero i fondi Attestor e Warburg. Il prezzo dovrebbe basarsi su un enterprise value di 100-150 milioni. Resta intanto da capire se, a fronte di un’acquisizione destinata a comportare un’Opa totalitaria, i fondi vogliano delistare il titolo di Bim dal mercato o mantenerlo quotato a Piazza Affari. Una cosa è certa: piace il piano rilancio messo a punto dall'ad Giorgio Girelli, che prevede la creazione di un private banking di fascia alta e indipendente.
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