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1/4/2024 | Daniele Barzaghi
La Corte d'Appello di Potenza ha dato ragione ai risparmiatori che tra il 2010 e il 2014 avevano sottoscritto azioni emesse da Veneto Banca, con l'intermediazione della allora controllata Banca Apulia.
I giudici di secondo grado hanno confermato la prima sentenza del luglio 2017 ribadendo che gli investitori devono essere risarciti della perdita di valore (pari al 100%) delle azioni acquistate al prezzo di 40 euro. "Il valore dell'azione Veneto Banca era politico e non reale" hanno sottolineato gli avvocati difensori Giuseppina Cataldo, Giuseppe Iacoviello e Sergio Calvetti.
Come riportato dal quotidiano "Il Dubbio" i legali hanno infatti allegato i report delle ispezioni della Banca d'Italia e della Consob, relative agli anni 2013-14, che documentavano la mancata appostazione di ben 2 miliardi di crediti deteriorati nei bilanci di esercizio di Veneto Banca degli anni precedenti.
"Abbiamo anche dimostrato la patente falsità del prospetto di aumento del capitale sociale di Veneto Banca del 2014" hanno aggiunto i legali. E ancora: "Gli ordini di acquisto oggetto di causa non riportavano nemmeno l'ombra di tutte le informazioni obbligatorie normativamente rilevanti contestate dai clienti".
La Corte d'Appello lucana ha statuito inoltre la piena consapevolezza di Banca Apulia della situazione patrimoniale critica della allora controllante Veneto Banca.
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