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3/24/2016 | pieremilio.gadda
Credit Suisse preme l’acceleratore sui tagli. Il secondo gruppo bancario elvetico ha annunciato un piano di risparmi da 4,3 miliardi di franchi da realizzare entro il 2018, a fronte dei 3,5 miliardi indicati precedentemente. Nel corso dell’anno, il risparmio ipotizzato dovrebbe raggiungere 1,7 miliardi di franchi.
L’obiettivo dichiarato dal Ceo, Tidjane Thiam (nella foto), è di tagliare 6 mila posti di lavoro (2.000 esuberi in più rispetto alle stime precedenti), di cui 2.800 già completati nei primi tre mesi dell’anno. La seconda area soggetta a una drastica opera di ristrutturazione sarà la divisione Global Markets, in America e in Europa. A seguito del processo di riorganizzazione, quest’ultima “consumerà meno capitale e produrrà utili più stabili”, ha commentato il ceo, grazie a una focalizzazione sul modello fee-based e a una diminuzione dei rischi. “Stiamo riducendo il nostro obiettivo in termini di attività ponderate per il rischio (RWA) a 60 miliardi di dollari, dagli 83-85 miliardi annunciati a ottobre del 2015. Contestualmente – scrive Thiam - il target relativo alla leva finanziaria scende da 380 miliardi di dollari a 290 miliardi entro la fine del 2016”.
Nel primo trimestre dell’anno, il private banking della divisione Swiss Universal Bank ha generato flussi netti pari a 4,5 miliardi di franchi, che si sommano ai 3,6 miliardi realizzati dalla divisione Asia Pacifico e ai 7,1 messi a segno dall’International Wealth Management, per un totale di 15,2 miliardi.
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