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4/8/2015 | pieremilio.gadda
Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Svezia e naturalmente Svizzera e Germania: sono i Paesi europei che su scadenze a due anni offrono rendimenti nominali negativi. “I mercati core come la Germania, sono vulnerabili a una correzione che, considerata la cedola estremamente basse, potrebbe generare una significativa flessione dei prezzi”, avverte Anja Hochberg, CIO Europe & Svizzera di Credit Suisse.
L'innesco potrebbe essere l'aumento dell'inflazione interna o un possibile rialzo marcato dei rendimenti statunitensi. “Pertanto – osserva Hochberg - restiamo prudenti sulle obbligazioni europee core e manteniamo la nostra predilezione per le obbligazioni periferiche. Tuttavia, per via della solida performance delle obbligazioni italiane, andremmo a effettuare delle prese di beneficio in questo caso, accrescendo la nostra esposizione verso la Spagna: qui valutazioni meno ricche e una dinamica macroeconomica più solida, forniscono il sostegno alle finanze pubbliche”. Il Cio di Credit Suisse è convinta che in futuro Madrid sarà, insieme a Berlino, il principale driver della crescita in Europa, grazie a una combinazione virtuosa di progressi nel settore estero e miglioramenti dell'economia interna.
Se si considerano i mercati azionari, però, Piazza Affari è tra i listini prediletti, accanto a Francoforte. “In ambito europeo favoriamo Germania e Italia. Il Dax tedesco ha evidenziato significativi progressi, ma, per via dei solidi miglioramenti economici sottostanti, del sostegno degli utili, del forte impegno sul fronte della politica monetaria e del deciso supporto tecnico, abbiamo scelto di mantenere questi investimenti”.
Fuori dall'Europa, Hochberg suggerisce di tenere d'occhio il Giappone, da approcciare però, con copertura valutaria nel caso degli investitori in euro. Le valutazioni sono neutrali, spiega, ma non bisogna sottostimare il solido supporto dal punto di vista ciclico: vale la pena sottolineare, ad esempio, che la crescita dei salari nel 2015 supererà il livello del 2% del 2014, favorendo un significativo incremento del reddito delle famiglie, unitamente ai bassi prezzi energetici. Inoltre gli utili societari si sono ripresi sensibilmente e stanno spingendo al rialzo le previsioni sui dividendi.
“Tuttavia, manteniamo il nostro giudizio neutrale sui mercati azionari globali. Le forze fondamentali che si traducono in un quadro positivo degli utili, come la ripresa dell’economia globale, stanno facendo i conti con dell’incertezza di mercato in relazione al primo potenziale rialzo dei tassi negli Usa”.
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