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Ubs: "Dividendi e buy back ancora protagonisti"

12/17/2014 | Redazione Advisor

Le società che premiano gli azionisti restituendo buona parte dei propri flussi di cassa tendono a offrire migliori prospettive di guadagno nel lungo termine


Da mesi i report di analisti e gestori sottolineano come le società statunitensi siano sedute su una montagna di liquidità. Espressa in percentuale degli attivi societari totali, questa è salita a oltre il 12% rispetto alla media a lungo termine (7%). Peccato che in uno scenario di tassi d'interesse così bassi, il cash nei bilanci non offra alcun rendimento. Così, le aziende preferiscono distribuire la liquidità agli azionisti attraverso lo stacco di dividendi e/o riacquisti azionari. “In media le società dell'S&P 500 che restituiscono liquidità agli azionisti offrono agli investitori un rendimento totale del 5–6% (unendo i rendimenti ottenuti da share buy back e cedole azionarie ndr). Circa due terzi di tale rendimento è riconducibile ai riacquisti azionari”, spiegano David Lefkowitz e Stefanie Scholtysik, rispettivamente strategist e analista di Ubs Sa. Nel lungo termine – precisano i due esperti - le società con un rendimento totale elevato hanno sovraperformano, storicamente, quelle con un rendimento inferiore. Questo suggerisce che un focus sulle società che restituiscono grandi quantità di cash agli azionisti attraverso dividendi e/o riacquisti di azioni proprie dovrebbe, nel lungo termine, offrire oppotunità di sovraperformance.

 

“A nostro parere una delle ragioni del successo di tale strategia nel lungo termine è correlata al segnale che la dirigenza invia al mercato riacquistando un ampio numero di azioni: mostra la fiducia che il team dirigenziale nutre nei riguardi delle prospettive aziendali o indica la convinzione che le azioni siano sottovalutate. Restituendo il capitale agli azionisti”, concludono Lefkowitz e Scholtysik, “le aziende evitano inoltre di investire in progetti non produttivi, il che dissipa i timori degli investitori circa i futuri rendimenti societari”.

 

La maggior parte delle società finanzia i propri riacquisti azionari con i flussi di cassa disponibili, che in percentuale del Pil al momento si attestano al 3,2%, ben al di sopra della media a lungo termine dell’1,2%. Durante la stagione degli utili, l’attività di riacquisti azionari è inferiore al previsto, ma per la maggior parte delle società dell’S&P 500 il periodo di blackout finisce a fine ottobre.

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