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Carcaterra (Anima): “Una correzione è più probabile”

8/6/2014 | pieremilio.gadda

Il giudizio della casa d’investimento sulle azioni globali scivola da positivo a neutro. Rimangono preferenze per Italia, energia, materie prime e consumi discrezionali.


“Nel medio lungo periodo, le probabilità di una correzione sono aumentate”. Così Armando Carcaterra, direttore investimenti di Anima sgr (nella foto) spiega, in estrema sintesi, perché il giudizio della casa d’investimento sui mercati azionari globali è passato da positivo a neutrale. Da un lato le continue delusioni sul fronte macro e premi al rischio sempre più compressi. Dall’altro lato, una volatilità che viaggia ai minimi storici e rende necessaria una maggiore cautela di fronte all’inevitabile approssimarsi della fase di normalizzazione monetaria da parte della Fed. Senza dimenticare i crescenti dubbi sulla strategia della Bce: all’indomani dell’annuncio delle misure per ridare fiato all’economia e garantire liquidità al sistema finanziario, lo scorso 5 giugno, le Borse hanno dapprima festeggiato e poi subito una battuta d’arresto, a causa dello scetticismo degli investitori in merito all’efficacia del pacchetto Draghi. “Alla luce di queste considerazioni”, spiega Carcaterra, “riteniamo che i prossimi mesi saranno contraddistinti dall’assenza di un catalyst importante e, pertanto, faranno i conti con maggiori incertezza e volatilità, con direzionalità meno spiccata e rendimenti nel complesso più modesti rispetto a quelli del 2013”.

 

Per adesso, in ogni caso, le politiche monetarie restano favorevoli ai listini, grazie tassi d’interesse reali negativi e al supporto dei flussi. A livello geografico, le preferenze di Anima Sgr vanno all'Europa e, all’interno del Vecchio Continente, all'Italia. Nel breve periodo, tuttavia, sono le Borse dei Paesi emergenti e in particolare quelle asiatiche, i mercati contraddistinti da un maggiore slancio potenziale.

 

Anche a livello settoriale, Carcaterra identifica alcune scelte precise: “Nei nostri fondi azionari europei, si riscontra una riduzione del peso del comparto finanziario, il più penalizzato nel corso dell’ultimo mese e mezzo”. Sulle recenti performance del comparto hanno pesato la crisi della banca portoghese Banco Espirito Santo e i dubbi sull’adeguatezza del capitale degli istituti europei, soprattutto in vista degli stress test di fine anno targati Eba. La visione resta invece positiva su due settori: da una parte il farmaceutico, alla luce della sostenibilità della crescita delle vendite, derivante dai nuovi prodotti lanciati, della solidità dei bilanci e dell’alta generazione di Free cash flow, che favoriscono un aumento della remunerazione per gli azionisti. Dall’altra i consumi discrezionali, che dovrebbero beneficiare della potenziale politica espansiva da parte della Banca centrale europea. “Viste le tensioni geopolitiche, l’attraente valutazione e l’elevato dividend yield rispetto al mercato bond, è stato sovrappesato il comparto energetico. In aumento anche l’esposizione alle materie prime, che beneficiano delle manovre espansionistiche avviate dal governo cinese e di strategie aziendali tese al miglioramento della generazione di cassa. Sottopeso, per finire, sul comparto degli industriali”.

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