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3/20/2019
La Borsa di New York ha registrato il suo migliore inizio anno dal 1991, con l'S&P 500 in crescita di oltre il 10% dal 1° gennaio 2019. Ma la corsa dei titoli azionari potrebbe subire una brusca frenata nei prossimi mesi. Ecco perché è consigliabile adottare misure di protezione nella costruzione dei portafogli. La pensa così Gero Jung (nella foto), capo economista di Mirabaud AM, boutique di investimento elvetica, che ha presentato l'outlook per il 2019 nel corso di un incontro a Milano con la stampa finanziaria. "Questa situazione - in cui i mercati globali, in particolare quelli azionari, stanno performando molto meglio degli indicatori economici fondamentali - risulta particolarmente evidente in alcune regioni. Negli Stati Uniti, da gennaio, gli indici borsistici hanno riportato una crescita improvvisa. Mentre i corsi azionari proseguono il rally iniziato alla fine del 2018, l'attività economica sta rallentando. La crescita del PIL statunitense è scesa al 2,6% nel quarto trimestre del 2018 rispetto ai massimi riportati nei primi mesi dello scorso anno, e gli ultimi dati suggeriscono che la flessione continuerà nel trimestre in corso”.
Jung, tuttavia, mantiene una visione piuttosto costruttiva e non vede per quest'anno un rischio di recessione, "visto che i salari si stanno alzando e non vi sono particolari problemi sul fronte dell'indebitamento privato", prosegue. Diversa, per l'economista, è invece la situazione in Europa, che ha due talloni d'Achille: il rallentamento dell'economia tedesca e il debito pubblico italiano. "L'economia tedesca continua a mandare segnali poco rassicuranti e il rallentamento riguarda un po' tutti i settori. Ovviamente, venendo meno il ruolo di locomotiva d'Europa, il rallentamento della Germania avrà conseguenze sull'economia di tutta l'Eurozona, che inoltre deve far fronte al problema del debito pubblico italiano. In questo caso, il rischio di propagazione all'economia reale e alla Borsa è dato dal fatto che oltre 350 miliardi di titoli pubblici italiani sono detenuti dalle banche, una cifra pari all'11% degli asset degli istituti di credito italiani. Eventuali tensioni sui mercati obbligazionari, ai livelli visti lo scorso anno, avrebbero ripercussioni quindi sul sistema bancario italiano che sarebbe costretto a una nuova stretta sul credito, con conseguenze negative sull'economia italiana, che, ricordo è già in recessione" prosegue Jung.
Parlando del posizionamento della boutique di investimento, Jung dice che "sul fronte obbligazionario siamo underweight sul debito sovrano emesso dai Paesi sviluppati, mentre siamo più positivi sul debito governativo dei mercati emergenti denominato sia in valuta locale sia in valuta estera, che beneficerà della decisione della FED di non aumentare i tassi di interesse di riferimento nel prossimo futuro. Anche le valutazioni ora sono molto più interessanti di quanto non lo fossero all'inizio del 2018". Sul fronte azionario, "il rally iniziato a fine 2018 potrebbe presto interrompersi per una correzione dei mercati. Per il 2019, le prospettive di crescita degli utili a livello globale sono pari al 5% e potrebbero diminuire ulteriormente a causa dell’aumento dei salari e dei dazi che esercitano una pressione sui margini operativi delle aziende. La situazione resterà volatile nell’intero corso dell’anno, a causa delle incertezze relative alla crescita e ai rischi politici”, conclude l’esperto.
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