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Ubs-Pwc: “Paperoni” del mondo sempre più ricchi, avanzano i cinesi

10/29/2018 | Redazione Private

In Italia il volume di ricchezza dei miliardari è cresciuto del 12%, raggiungendo 170 miliardi di dollari. Le evidenze del quinto rapporto “Billionaires Insights” di UBS-PwC.


Nel 2017 il patrimonio dei miliardari (in dollari) ha registrato il maggior incremento di sempre, aumentando del 19% fino a 8.900 miliardi di dollari. Lo dice il rapporto Billionaires Insights di Ubs e PwC in cui si analizzano i patrimoni di 2.158 persone. Giunto alla sua quinta edizione, lo studio attinge alla rete di clienti e ai dati dei quali dispongono Ubs e PwC con l’obiettivo di offrire informazioni dettagliate sui miliardari di tutto il mondo. 


I miliardari europei sono 629 (il 29% dei miliardari mondiali) in crescita del 7%, e grazie all’euro forte il loro patrimonio è cresciuto del 17% a 2.500 miliardi. Il 60% di loro è rappresentato da «self made men». In Italia il club dei Paperoni è passato da 42 a 43 membri, con una ricchezza cumulata cresciuta del 12% a 170 miliardi di dollari.


“Stiamo assistendo a una nuova ondata di imprenditorialità a livello globale guidata da miliardari all’avanguardia nell’innovazione”, ha commentato Paolo Federici (nella foto), responsabile per l’Italia di Ubs Global Wealth Management. “Oltre a creare posti di lavoro e prosperità, le loro iniziative hanno un impatto che va al di là dell’economia. Sta emergendo, infatti, una nuova generazione che vede un’opportunità nelle principali sfide ambientali e sociali alle quali l’umanità deve far fronte”. 


Avanzano i cinesi, sfida alla Silicon Valley
In America la crescita della ricchezza (+12% a 3.600 miliardi) è stata più lenta rispetto al tasso globale, seppur la regione continui a vantare la maggiore concentrazione di ricchezza proveniente dal settore tecnologico.


Al contrario, 89 imprenditori cinesi sono diventati miliardari nel 2017, circa il triplo rispetto a Stati Uniti ed Europa Medio Oriente e Africa. È dunque cinese il contributo maggiore, con un incremento del patrimonio del 39% a 1.120 miliardi. Dodici anni fa la nazione più popolosa del mondo aveva solo 16 miliardari, oggi ne ha 373, quasi un quinto del totale. 


Il 97% dei miliardari cinesi si è fatto da solo, spesso in settori come tecnologia e vendite al dettaglio. Il fenomeno cinese sfida la Silicon Valley: i miliardari asiatici, sopratutto della città cinese di Shenzhen “stanno sfidando il tradizionale dominio statunitense nell’imprenditorialità tecnologica”, si legge nello studio. “Nel 2017 hanno raggiunto gli Stati Uniti in termini di volume di finanziamento in capitale di rischio alle start-up, hanno registrato quattro volte più brevetti legati all’intelligenza artificiale e tre volte più brevetti legati a blockchain e criptovalute rispetto ai loro omologhi a stelle e strisce”.


I miliardari asiatici “sono giovani e incontenibili”, ha spiegato Federici. “Trasformano continuamente le loro aziende, sviluppano nuovi modelli di business ed entrano rapidamente in nuovi settori”, ha proseguito Federici. “Si sono in gran parte fatti da sé e sono determinati a sfruttare uno dei momenti migliori nella storia per la nuova imprenditorialità”.

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