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3/21/2017 | Redazione Advisor Private
Con la vittoria in Olanda dei Liberali di Mark Rutte (e di conseguenza, con la sconfitta del partito di estrema destra PVV) si è fortemente ridimensionato il rischio di un tentativo di uscita dalla Ue da parte dei Paesi Bassi. Ora l’attenzione dei mercati si sposta sulle elezioni presidenziali francesi, che rappresentano l’appuntamento elettorale più importante quest’anno (il primo turno si terrà il 23 aprile, il ballottaggio il 7 maggio), e sulle elezioni tedesche del 24 settembre. Poi c'è l'Italia, dove la situazione è più complessa perché la data delle elezioni non è definita, anche se sembra probabile che si arrivi alla fine della legislatura.
«Le elezioni olandesi hanno ridimensionato il rischio dell’ascesa dei populismi e dato il via a un anno cruciale per il futuro della UE. “Le elezioni olandesi hanno ridimensionato il rischio dell’ascesa dei populismi e dato il via a un anno cruciale per il futuro della Ue”, commenta Matteo Ramenghi, chief investment officer di Ubs WM Italy, che poi aggiunge che “l’agenda politica in Europa è particolarmente fitta nei prossimi mesi: considerando tutte le elezioni in calendario, diverse economie che rappresentano circa il 70% del PIL dell’eurozona potrebbero avere una nuova leadership nel giro di un anno”. Inoltre, a fine mese, inoltre, il governo britannico dovrebbe esercitare l’Articolo 50 del Trattato di Lisbona per l’uscita dalla Ue.
Il 2017 sarà quindi caratterizzato da un’elevata incertezza politica in Europa. Un esito positivo delle votazioni è una condizione necessaria ma non sufficiente al rilancio dell’economia, che richiede la definizione di un nuovo paradigma. “Gli spread dei titoli di Stato francesi e periferici potranno essere soggetti a ulteriore volatilità e rimaniamo neutrali sul mercato azionario dell’eurozona in attesa di schiarite – dichiara Ramenghi, che poi aggiunge che tuttavia, i buoni dati economici e un atteggiamento meno espansivo della Bce nei prossimi mesi li portano a essere sovrappeso sull’euro rispetto al dollaro.
Ubs Chief investment office (Cio) sovrappesa quindi l’euro rispetto al dollaro nei portafogli globali e si aspetta che la Banca centrale europea cominci a segnalare il graduale ritiro del quantitative easing una volta concluse le principali elezioni di quest’anno. Ma persiste la minaccia populista e gli investitori devono rimanere vigili. Infine, in Inghilterra il processo deve ancora cominciare, ma la sterlina ha già perso oltre il 12% rispetto all’euro; In questo scenario, il Cio è neutrale sull’azionario britannico nell’asset allocation tattica globale.
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