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Wagner (Bli): “Non esistono alternative ovvie alle azioni”

8/26/2015 | pieremilio.gadda

Nell’attuale contesto chi privilegia i bond mette a rischio le performance future. Ma il rendimento dell’equity nei prossimi anni sarà inferiore alle medie storiche


Le fibrillazioni di Atene e Shanghai hanno favorito un aumento dell’avversione al rischio da parte di molti investitori in giro per il mondo. Ma per trovare un buon rifugio è necessario ragionare su quali siano i pericoli, liberandosi dal giogo di alcuni luoghi comuni.

 

Il primo è quello che giuica le azioni più rischiose dei bond a prescindere. In un contesto normale, uno scenario caratterizzato da incertezza economica, crescita debole e inflazione a livelli contenuti avrebbe suggerito un’allocazione sbilanciata sul reddito fisso rispetto alle azioni. “Oggi, però, i tassi sono così bassi che per avere un rendimento accettabile sui bond è necessario fare molte concessioni sulla qualità del debitore. Un esercizio che potrebbe rivelarsi molto pericoloso in un mondo dominato da una crescita debole combinata a un’enorme quantità di debito in circolazione – avverte Guy Wagner, chief investment officer of Banque de Luxembourg. Secondo Wagner, equivarrebbe a sostituire il rischio di volatilità con quello di perdite permanenti. “Quando le performance di lungo termine sono in dubbio, la volatilità non è probabilmente la migliore definizione di rischio”.

 

In termini d’investimento finanziario, spiega Wagner, mancano alternative ovvie alle azioni, premesso che le valutazioni non si trovano a livelli ridicoli: a seconda della metrica utilizzata, appaiono a buon mercato, in linea con i fondamentali o in alcuni casi care. “In ogni caso, il rendimento che ci si può attendere dalle azioni nei prossimi anni sarà probabilmente inferiore rispetto alle mediee storiche. Ma senza che ci siano necessariamente violenti declini” .

 

Alle attuali condizioni di mercato, il cio di Banque de Luxembourg resta convinto che una strategia allocativa ben costruita debba pendere a favore delle azioni, anche nel caso di portafogli focalizzati sull’obiettivo di generare reddito anziché sui guadagni in conto capitale. Con un suggerimento: meglio non allontanrsi dalle aziende di qualità: “Sono quelle che godono di un vantaggio competitivo sostenibile, che permette loro di creare efficaci barriere all’ingresso in quel mercato: in genere sono caratterizzate da una elevata redditività (return on equity), poco debito e una limitata intensità del capitale. Vale la pena ricordare che in questo momento esiste un divario particolarmente ampio tra il loro ritorno sul capitale e il costo di finanziamento: questo, in linea teorica, giustifica multipli di valutazione molti più elevati”.

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