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9/10/2014 | Redazione Advisor
“Proponiamo di aprire posizioni per beneficiare dell'apprezzamento del dollaro statunitense e della sterlina britannica rispetto all'euro e al franco svizzero”. Il suggerimento proviene da due strategist di Ubs, Thomas Flury e Teck Leng Tan, convinti che entro 12 mesi assisteremo a un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve statunitense e della Bank of England. “Le banche centrali di Norvegia, Svezia e Canada potrebbero di lì a poco muoversi nella stessa direzione, a differenza della Banca Centrale Europea, della Bank of Japan e della Banca Nazionale Svizzera”
Stati Uniti e Regno Unito considerano le proprie economie più robuste perché i tassi di disoccupazione stanno rapidamente diminuendo fino ai livelli precedenti la crisi. Su scala globale, le istituzioni finanziarie hanno rafforzato i propri bilanci in linea con le nuove normative e tutti questi fattori inducono le banche centrali, secondo Flury e Leng Tan, a ripensare le misure di stimolo all'economia. “Le minacce d’inflazione aumentano quando diminuisce la capacità disponibile sul mercato del lavoro e su quello immobiliare. Più le economie si allontanano dalla crisi finanziaria e più le banche centrali si avvicinano ad una svolta nelle rispettive politiche. Di conseguenza i tassi di cambio avranno maggiore libertà di movimento”. I due strategist prevedono un aumento della volatilità nei mercati monetari rispetto ai minimi storici perché alcune autorità monetarie, Fed e Boe in primis, abbandoneranno gradualmente le proprie politiche monetarie estremamente espansive. “La Bce, la Bns e la BoJ, invece, rimarranno estremamente accomodanti”
Nel frattempo, gli investitori sono in attesa di segnali più chiari sui tempi della normalizzazione della politica monetaria da parte della Fed. La Bank of England ha deluso per le sue ultime previsioni sull’inflazione, che hanno portato le previsioni verso un primo rialzo dei tassi da novembre 2014 a febbraio 2015. “La sterlina e il dollaro”, concludono Flury e Leng Tan, “rimangono comunque le nostre valute d’investimento preferite”.
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