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Lombardo (Pioneer): “il ciclo economico non è morto”

6/25/2014 | Redazione Advisor

Il calo dei tassi nei primi sei mesi dell'anno è temporaneo. Inevitabile il ritorno alla media di lungo periodo sui mercati finanziari


A inizio anno, nessun economista prevedeva che i tassi dei Paesi core potessero scendere fino ai valori attuali. Il decennale americano ha reso oltre il 5% nei primi mesi dell'anno e il bund tedesco è tornato in prossimità dei valori di maggio 2013, poco sopra l'1,3%. A farne le spese, sono stati soprattutto gli hedge funds macro, penalizzati da risultati deludenti, in particolare da metà marzo in poi. Come si giustificano le previsioni errate di analisti e grandi case d'investimento? “Una prima spiegazione prende spunto dallo scenario di stagnazione secolare avanzato dal noto economista Larry Summers; un’altra, dalla tesi dell’ex capo della Federal Reserve, Ben Bernanke, che ha parlato di tassi (soprattutto a breve termine) strutturalmente bassi per un prolungato periodo di tempo ed, infine, vi sono le teorie che imputano la bassa crescita economica alla mancanza d'innovazione”, sintetizza Giordano Lombardo, Chief Investment Officer del Gruppo Pioneer Investments nell'ultima Cio Letter, che AdvisorPrivate è in grado di anticipare. “Da qualunque parte la si guardi, sembra vi sia un consenso diffuso sull'idea che i tassi, a breve e a lungo termine, siano destinati a rimanere bassi per lungo tempo, per effetto di una crescita strutturalmente più bassa. Noi invece crediamo che il ciclo economico non sia morto”.

 

Come investitori a lungo termine, spiega Lombardo “siamo più interessati al quadro di fondo ed alla comprensione del contesto di lungo periodo, nel quale ci accingiamo a investire nei prossimi 3-5 anni. Allo stesso tempo, crediamo nell'esistenza di cicli economici e nel ritorno alla media di lungo periodo dei mercati finanziari”. È vero che il livello totale del debito pubblico è aumentato su scala globale di oltre il 30% dal 2007. E questo impedirà alle banche centrali di inasprire le politiche monetarie in modo aggressivo. Ma questo non cambierà, a detta di Lombardo, il legame tra tassi di crescita e tassi d'interesse, che è alla base di ogni ciclo economico. Essendo già maturo il processo di riduzione del debito nel settore privato e ben visibili i segnali di miglioramento sul fronte dell'occupazione e del mercato immobiliare negli Usa, “la prossima evoluzione della politica monetaria americana getterà le basi per una normalizzazione dei tassi di interesse. I rendimenti di Stato a lungo termine sono pertanto destinati a salire. La strategia di investimento più appropriata per i prossimi mesi”; conclude il Cio, “sarà basata su un approccio equilibrato e diversificato, con preferenza per le asset class rischiose, ma su base sempre più selettiva. Inoltre, la volatilità contenuta consente di comprare protezione da eventuali ribassi di mercato a livelli di valutazione accettabili”.

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