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3/29/2024 | Redazione ADVISOR
I 13,2 miliardi di capitale in eccesso di UniCredit, con un coefficiente Cet1 del 13%, alleggiano sul tanto vociferato prossimo risiko bancario italiano.
La conferma del mandato dell’a.d. Andrea Orcel (in foot) prevista per il 12 aprile sarà in questo senso passaggio obbligato quanto scontato.
Secondo un report Barclays la seconda banca d’Italia potrebbe acquistare oggi direttamente in contanti la maggior parte dei propri concorrenti più piccoli e mantenere comunque un buon margine di capitale.
Per gli analisti britannici soltanto un’operazione su Banco Bpm, Bper o Mps – oggi rispettivamente terzo, quarto e quinto istituto di credito in Italia per masse – potrebbe garantire un ritorno sull’investimento superiore al 15%, come ricercato dai vertici di UniCredit.
La più ambiziosa ipotesi delineata da Barclays contemplerebbe però un’operazione al di là del perimetro bancario tradizionale e punterebbe il dito in direzione del più grande gruppo assicurativo italiano, nonché terzo in Europa, e cioè Generali. In questo caso il pagamento non sarebbe in contanti (non oltre il 20% dell’ammontare, perlomeno) ma in azioni.
L’operazione indubbiamente produrre il gruppo più diversificato e internazionale tra le opzioni in campo, incamerando per UniCredit anche un asset manager (il secondo per masse in Italia, con 458 miliardi di euro di patrimonio gestito) che le manca dal momento della cessione di Pioneer ad Amundi.
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