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Consulenti (ex-promotori) e Nuovo Fisco, meglio un fondo di un Btp trentennale

10/20/2011 | Redazione Advisor

Su un BTP trentennale con cedola semestrale e interesse nominale annuo lordo del 4,5 per cento e con l’attuale aliquota di tassazione il cliente ha un rendimento...


 

A partire dal 1° gennaio 2012 ci sarà un'unica aliquota di prelievo, pari al 20%, in luogo "dell'attuale aliquota del 27% applicata sugli interessi di depositi e conti correnti e su alcune tipologie residuali di strumenti finanziari" si legge nel disegno di legge delega. E in luogo dell'aliquota del "12,5% applicata sugli interessi delle obbligazioni pubbliche e private e sui dividendi". 
 
Novità fiscali che lasciano aperti molti interrogativi. Gli ultimi li ha sottoposti al Senato la Banca d'Italia, nel corso della sua audizione, il capo ricerca economica di Palazzo Koch Daniele Franco che, tra le altre cose (articoloFisco e risparmio gestito, cosa conviene di più al cliente) ha evidenziato il vantaggio dei fondi obbligazionari rispetto ai Btp. 
 
"A partire dallo scorso 1° luglio le gestioni collettive beneficiano, insieme ad altri prodotti finanziari domestici quali le polizze vita a contenuto finanziario e i titoli zero- coupon, di un trattamento fiscale più favorevole rispetto all’investimento diretto" scrive Daniele Franco. "Si tratta del vantaggio finanziario derivante dal differimento dell’imposizione fino al momento della cessione o del riscatto delle quote non soltanto sulle plusvalenze, ma anche sui redditi di capitale (interessi e dividendi) via via incassati (tax deferral). Tale vantaggio, che riguarda ora sia i fondi italiani sia quelli esteri, è particolarmente rilevante per i fondi obbligazionari e risulta tanto più significativo quanto più lungo è il periodo di detenzione delle quote". 
 
Un esempio? "Su un BTP trentennale con cedola semestrale e interesse nominale annuo lordo del 4,5 per cento e con l’attuale aliquota di tassazione del 12,5 per cento, l’investimento mediante fondo comune tassato al realizzo consente a un risparmiatore persona fisica di abbattere l’imposta effettiva di quasi cinque punti percentuali rispetto all’investimento diretto e di aumentare il rendimento netto di 0,22 punti percentuali in termini assoluti e del 5,6 per cento in termini relativi (il rendimento effettivo netto per l’investitore risulta pari al 4,17 per cento, con un’aliquota effettiva d’imposta pari al 7,41 per cento, a fronte di un rendimento effettivo netto del 3,95 per cento e un’aliquota effettiva d’imposta del 12,35 per cento nel caso di investimento diretto)".
 
Insomma, cari consulenti (ex-promotori) studiate bene perché sembra che se adeguatamente interpretato il fisco favorisce i fondi comuni. 
 
LEGGI SU ADVISORPROFESSIONAL IL DOCUMENTO COMPLETO FIRMATO DA BANCA D'ITALIA

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