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12/3/2012 | Ippolito Catania
Sotto l’albero i risparmiatori e professionisti della finanza quest’anno troveranno un dono poco gradito. E non è il carbone, che si regalava un tempo ai bimbi cattivi, ma una montagna di tasse soprattutto per i benestanti. A regalarle, il governo Monti che ha introdotto (o si appresta a introdurre) una serie di novità fiscali sugli investimenti e i risparmi.
A partire dalla Tobin tax, che scatterà il primo gennaio 2013 e che rappresenta l’ultimo tassello di una complessiva revisione delle imposte avviata lo scorso anno prima dal governo Berlusconi e poi da quello Monti con il decreto Salva Italia. L’aliquota prevista (ancora l’iter non è completato alle Camere) per la tassa sulle transazioni finanziarie è dello 0,05%
A questa, bisogna aggiungere l'imposta di bollo sul deposito titoli che è aumentata (da un fisso di 34,2 euro si è passati a un’aliquota dello 0,1% per il 2012 con un minimo di 34,2 a un massimo di 1.200 euro e a un’aliquota dello 0,15% senza un tetto per il 2013) ed è stata estesa a quasi tutti i prodotti finanziari, fatta eccezione per i titoli di Stato della Ue, i fondi pensione, sanitari e le polizze vita rivalutabili.
In ultimo, l’Iva che ad inizio anno potrebbe essere estesa anche alla prestazione del servizio di gestione patrimoniale personalizzata, con un’aliquota del 21% applicata alle commissioni di gestione pagate dal cliente, e che potrebbe colpire anche l’attività di advisory in materia di investimenti (è ancora dubbia su questo punto l’interpretazione della norma). Un esborso questa volta non voluto dal governo che ha dovuto recepire una sentenza della Corte di Giustizia Europea in merito all’interpretazione della direttiva Ue che regola le esenzioni Iva.
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