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11/27/2012 | Ippolito Catania
Non solo le gestioni personalizzate. L'applicazione dell'Iva a partire da gennaio 2013 sulle gestioni patrimoniali, che tradizionalmente serve la clientela private, nasconde più di un dubbio sull'attività di advisory. Secondo molti esperti, infatti, non è ancora chiaro infatti se possa essere assoggettata all'imposta, che verrà prelevata con un'aliquota del 21% sulle commissioni di gestione e che verosimilmente ricadrà sui clienti (a meno che gli intermediari non decidano di accollarselo), anche la consulenza fee-only, che finora è esente.
Il tutto dipende da come si interpreta la legge e a seconda che si consideri la consulenza sull'asset allocation, che potrebbe esser soggetta alla tassazione, o la consulenza su un singolo titolo che si desidera acquistare, che in questo caso sarebbe esente dall'imposta. L'attività di negoziazione, infatti, non è tassata, mentre le Gpm sì.
Per ora non c'è certezza su quale sia la linea dell'Agenzia delle entrate. Gli operatori stanno sul chi va là: qualora prevalesse un'interpretazione estensiva, è facile pensare che oltre a un incremento di interesse verso i fondi comuni e le sicav (l'Iva infatti non si applica alle gestioni collettive) ad essere penalizzati sarebbero tutte quelle società che prestano servizi di consulenza a pagamento (reti e consulenti fee-only) per strutturare il portafoglio, con il conseguente ritorno in auge del fai-da-te.
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