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Svizzera-Italia, fronte comune contro l'evasione fiscale

6/12/2012 | Francesco D'Arco

"La Svizzera vuole una piazza finanziaria forte, senza denaro non dichiarato". Con queste parole il presidente elvetico Eveline Widmer-Schlumpf ha commentato...


 

"La Svizzera vuole una piazza finanziaria forte, senza denaro non dichiarato". Con queste parole il presidente elvetico Eveline Widmer-Schlumpf ha commentato l'incontro svoltosi oggi a Palazzo Chigi per definire una accordo con l'Italia per tassare i capitali detenuti illecitamente in territorio svizzero da cittadini del Bel Paese.
 
Dettagli sulle caratteristiche dell'accordo non sono stati indicati né da Widmer-Schlumpf, né dal presidente del Consiglio italiano Mario Monti che, nel corso di una conferenza stampa, ha ricordato che i due paesi confermano l'obiettivo comune "di contrastare l'evasione fiscale" e la volontà di concludere "bene e presto" il negoziato. La strada è analoga a quella che ha portato la Svizzera ad un accordo con Gran Bretagna, Austria e Germania e che prevede anche una sanatoria per le imposte evase nel passato. Monti ha però ricordato che al momento è "difficile prevedere una data ma credo che concludere il negoziato bene e presto sia la volontà che accomuna i nostri due governi".
 
Ma un eventuale accordo siglato sulle orme dello Schema Rubik che conseguenze avrebbe per l'Italia e per la Svizzera? Seguire lo Schema Rubik significherebbe siglare un accordo basato su due elementi: una sanatoria sulle imposte evase nel passato e l'attribuzione alla Svizzera del ruolo di sostituto di imposta per lo Stato italiano sulle tasse da versare in futuro. In pratica i detentori di patrimoni in Svizzera, pagando un'imposta su redditi e utili da capitali potrebbero continuare a mantenere l'anonimato. In cambio l'Italia smetterebbe di considerare la Svizzera un paradiso fiscale. Attualmente un accordo simile è stato siglato, ad esempio, dalla Germania e prevede l'imposizione di una tassa tra il 21 e il 41% sui fondi detenuti in Svizzera per chiudere i conti con il passato più un'aliquota del 26% su redditi e utili da capitale per il futuro.

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