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5/25/2012 | Roberto Abate
L'Italia è sempre più vicina a un accordo con la Svizzera per tassare i patrimoni nascosti nelle banche elvetiche. Dopo mesi di contatti informali e l'avvio di un gruppo di pilotaggio lo scorso 9 maggio, si è tenuta ieri a Roma al ministero del Tesoro la prima riunione del gruppo di pilotaggio italo-svizzero sui temi finanziari e fiscali. Nel corso dell'incontro, presieduto per parte italiana dal consigliere diplomatico ministeriale, Carlo Baldocci, e per parte svizzera dal segretario di Stato del dipartimento federale delle finanze svizzero, Michael Ambühl, si è discusso in maniera approfondita e in un clima molto cordiale e costruttivo, si legge in una nota del ministero, del modello di convenzione sulla regolarizzazione dei valori patrimoniali detenuti in Svizzera da contribuenti non residenti e sull'introduzione di un'imposta alla fonte sui futuri redditi da capitale. Stando alle indiscrezioni, allo studio ci sarebbe un accordo sulla scia di quelli già stipulati con Germania e Regno Unito.
Le discussioni hanno riguardato, tra l'altro, pure l'accesso ai mercati finanziari, le black list esistenti, la revisione della Convenzione bilaterale per evitare le doppie imposizioni (anche con riferimento allo scambio di informazioni) e l'accordo relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri. Il vice ministro dell'economia e delle finanze, Vittorio Grilli, ha incontrato il segretario di Stato, Michael Ambühl, al termine dei colloqui. Il gruppo di pilotaggio, che coordinerà gli incontri tecnici sulle diverse questioni, si riunirà nuovamente entro la fine di giugno a Berna, mentre il presidente del consiglio italiano, Mario Monti, e la presidente della confederazione Svizzera, Eveline Widmer-Schlumpf, si incontreranno a Roma il 12 giugno.
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