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Banca d’Italia elogia l’abbandono dei canali distributivi tradizionali

6/1/2024 | Francesco D'Arco

Più tecnologia, più risparmio privato, più venture capital. Questi alcuni degli ingredienti della ricetta firmata dal Governatore Panetta


Per rendere più competitiva l’economia europea serve un “preponderante apporto del risparmio privato”; per progredire verso un unico mercato dei capitali europeo serve un titolo pubblico europeo privo di rischio; in Italia, per il mondo delle imprese, servirebbe una maggiore attività di venture capital; le banche italiane, che hanno archiviato un 2023 molto favorevole, non devono abbassare la guardia nel prossimo futuro; la tecnologia è indispensabile per acquisire efficienza, anche nel sistema bancario. Sono questi alcuni dei messaggi chiave lanciati dal Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, in occasione delle sue prime Considerazioni Finali, presentate venerdì 31 maggio.

Tanti gli argomenti affrontati dal Governatore, ma i cinque indicati sono quelli che, a mio avviso, toccano in maniera diretta l’industria del risparmio gestito e della consulenza finanziaria.

“Sarebbe illusorio pensare di finanziare l’enorme volume di investimenti necessari per la competitività dell’economia europea senza un preponderante apporto del risparmio privato e senza la professionalità degli intermediari” ha subito sottolineato il Governatore quando ha iniziato a parlare della costruzione di un mercato dei capitali europeo, costruzione definita da Panetta “essenziale”.

“L’area dell’euro ha da anni un avanzo della bilancia dei pagamenti correnti. Essa genera quindi un risparmio che supera l’ammontare degli investimenti e che viene in parte impiegato all’estero” ha ribadito Panetta che “al fine di trattenere il risparmio domestico e attrarre risorse internazionali”, ritiene “necessario un mercato dei capitali europeo integrato, efficiente, liquido, all’avanguardia tecnologica, in grado di allocare il risparmio nelle mani degli imprenditori più capaci”.

Ma, per progredire verso un unico mercato dei capitali devono essere risolti due problemi fondamentali: l’Unione Bancaria e “la mancanza di un titolo pubblico europeo privo di rischio”.

E per quanto riguarda l’Italia? Sul fronte interno, le Considerazioni Finali del Governatore hanno evidenziato la mancanza di investitori pronti a finanziare “nuove imprese”. “In Italia le nuove imprese nei settori a tecnologia avanzata sono poche e mostrano una capacità limitata di crescere e affermarsi” ha sostenuto Panetta che ritiene fondamentale “la spinta di investitori in grado di selezionare e finanziare iniziative rischiose ma con elevato potenziale di crescita. È questo il ruolo dei fondi di venture capital”. Ma in Italia, l’attività di venture capitale è “sottodimensionata con un flusso di investimenti annuo tra 0,5 e 1,5 miliardi nel triennio 2021-23, un valore cinque volte inferiore rispetto a Germania e Francia. Gli operatori nazionali sono anch’essi pochi e di piccola dimensione” ha ammonito Panetta.

Un altro importante monito è stato indirizzato, invece, al mondo bancario italiano. Se è pur vero che: “il 2023 è stato un anno molto favorevole per le banche italiane”; ”gli ultimi dati confermano la prosecuzione di questa fase favorevole”; “i progressi reddituali e patrimoniali riflettono un percorso pluriennale di recupero di efficienza e di rafforzamento dei bilanci”; “la solida condizione in cui si trovano oggi gli intermediari rappresenta un punto di forza per l’intera economia italiana”, è però importante “non abbassare la guardia”. “Non possiamo farci cogliere impreparati da tensioni che potrebbero emergere in futuro. Ad aprile abbiamo chiesto alle banche di costituire entro la metà del 2025 una riserva di capitale macroprudenziale pari all’1,0 per cento delle esposizioni domestiche”, ha ricordato Panetta.

E sempre rivolgendosi al mondo bancario, degli intermediari e del risparmio gestito, il Governatore della Banca d’Italia ha, infine, trasmesso la sua visione in merito al ruolo della tecnologia. “Guardando oltre, sarà soprattutto la tecnologia a influenzare l’attività degli intermediari, bancari e non bancari” ha affermato Panetta ricordando che “Nel risparmio gestito, vari fondi di credito utilizzano già oggi piattaforme digitali per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di prestiti. Le società di gestione del risparmio hanno avviato iniziative volte a utilizzare tecnologie a registri distribuiti sia per l’emissione delle loro quote e la gestione operativa, sia per gli investimenti in strumenti rappresentati sotto forma digitale (token)”. Innovazioni che potrebbero consentire alle imprese di ampliare l’accesso diretto alle fonti esterne di finanziamento.

Non solo. Sono molte le banche che “stanno utilizzando la tecnologia per sostituire i canali di distribuzione tradizionali” con “guadagni di efficienza” che generano “benefici sia per gli intermediari sia per la clientela”. Per questo Panetta ritiene che la “tecnologia è indispensabile per acquisire efficienza. Ma è essenziale che sia impiegata per migliorare la qualità dei servizi e assicurare rispondenza tra i prodotti offerti e le esigenze di famiglie e imprese”.

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