Contrasto al riciclaggio, Bankitalia: va potenziata la capacità di intercettare le operazioni sospette nell’ambito dei rapporti di tipo consulenziale. Da SIM e SGR sono pervenute solo lo 0,3% delle segnalazioni nel 2013
Il sistema finanziario deve riguadagnare la fiducia del pubblico. Il governatore di Bankitalia nel suo intervento all’assemblea annuale dell’Abi torna a puntare il dito sulla governace degli istituti, sulla trasparenza e sulla correttezza dei comportamenti. Le banche, ha ricordato Ignazio Visco (nella foto), devono "dimostrare di saper svolgere appieno le funzioni che le sono proprie, non facendo mancare il finanziamento a chi lo merita, sostenendo l’economia reale. È un percorso che richiede agli intermediari limpidezza dei comportamenti e salvaguardia della legalità".
Continuano ad aumentare, secondo i dati di Via Nazionale, le condotte sistematicamente non conformi ai principi di trasparenza e correttezza nei confronti dei clienti: lo scorso anno, ha ricordato Visco, l’Arbitro Bancario Finanziario ha ricevuto quasi 8.000 ricorsi, il 39% in più rispetto all’anno precedente e nel 70% dei casi decisi l’esito è stato favorevole per i clienti. Parlando del contrasto del riciclaggio, Visco ha detto che "va migliorata in particolare la capacità di intercettare prontamente le operazioni sospette nell’ambito dei rapporti di tipo consulenziale, quali il private banking". Come rilevato dall’Unità di informazione finanziaria in un recente rapporto, le segnalazioni sono più che quintuplicate dall’avvio della sua operatività: nel 2013 sono state circa 65.000, di cui oltre l’80% da parte del sistema bancario e appena il 4% da professionisti (il 92% dai notai) e altri operatori finanziari (solo 45 segnalazioni da parte delle SIM lo scorso anno, pari allo 0,1% del totale, e 134 dalle SGR, pari allo 0,2%). E il trend non si ferma: nel primo semestre di quest'anno ne sono pervenute già 38.000, con un incremento del 23% sullo stesso periodo del 2013.
Negli ultimi cinque anni Via Nazionale ha effettuato quasi 1.000 segnalazioni all’Autorità giudiziaria su condotte che potevano integrare ipotesi di reato. In altri 2.400 casi ha risposto a richieste di informazioni provenienti dalla Guardia di Finanza o dalle Procure della Repubblica e fornito consulenze tecniche in ulteriori 200 casi. Con la recessione, inoltre, il numero di intermediari in crisi è cresciuto. “La crisi - ha sottolineato il governatore - ha fatto emergere comportamenti inadeguati, imprudenti, talora scorretti da parte degli amministratori. Nella grande maggioranza dei casi di crisi conclamata o di difficoltà, il deterioramento degli equilibri aziendali è dovuto a carenze nel governo della banca e nel processo di erogazione del credito”.
Dal 2009, secondo i dati di Palazzo Koch, sono state sottoposte ad amministrazione straordinaria 45 banche, su un totale di quasi 700. Le procedure hanno interessato principalmente banche di dimensione ridotta; in 5 casi hanno riguardato intermediari con operatività interregionale. Le banche attualmente in amministrazione straordinaria rappresentano circa l’1%del sistema in termini di attività. Vi si aggiungono alcuni casi di difficoltà non gravi, che la Vigilanza segue con attenzione.
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