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6/12/2012
L’intesa per il salvataggio delle banche spagnole è positiva per il mercato. Almeno nel breve termine. Ne è convinto Stefan Isaacs (nella foto), gestore del fondo M&G European Corporate Bond, che tuttavia sottolinea alcuni dubbi sui termini dell’accordo, come ad esempio da dove verranno i fondi, se gli obbligazionisti saranno costretti a condividerne il peso e se alle banche sarà permesso di pagare cedole condizionali sulle passività subordinate.
"L’iniezione di liquidità – spiega - allontana la minaccia di una bancarotta causata dalle grandi perdite immobiliari nel breve termine e aiuta queste istituzioni a raggiungere i requisiti di capitale necessari a soddisfare i parametri internazionali. Ma questo non diminuisce la necessità di operare vaste riforme al sistema finanziario del Paese. Poiché l’entità che riceve i fondi del salvataggio è parte del governo spagnolo, il bailout aggiungerà ulteriore pressione alla già esistente pressione sulle finanze pubbliche. Le banche spagnole richiederanno tutti i 100 miliardi stanziati dalla UE e questa cifra, pari a circa il 10% del Pil spagnolo, determinerà entro la fine dell’anno una crescita di circa l’85-90% del suo rapporto debito/PIL dal 68,5% registrato alla fine del 2011".
Il governo spagnolo, sottolinea il gestore, continua a sottostimare la dimensione dei problemi che ha di fronte. "Intanto – conclude - la sua previsione sul deficit di bilancio nazionale per il 2013 è pari a circa la metà di quanto previsto dalla Commissione Europea - e questo probabilmente mina ulteriormente la fiducia degli investitori nel Paese. Dato il rapporto sempre più diretto tra banche dell’Eurozona e relativi titoli di Stato, se la fiducia nei titoli di Stato appassisce ancora, si aggiungerà ulteriore pressione alle banche della regione. E questo non è affatto un equilibrio stabile".
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