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2/26/2024 | Daniele Barzaghi
“Negli Usa la quasi totalità delle commissioni generate dai consulenti deriva dall’attività di advisory senza che vi sia stato alcun intervento normativo. Il mercato quindi cambierà non per l’imprinting del regolatore ma per la spinta e la maturazione dei clienti. I consulenti si devono preparare: questo modello avrà un ruolo sempre più rilevante”.
È questa la posizione in tema di inducement espressa da parte di Alessandro Foti (in foto), a.d. di Fineco, intervistato su ClassCNBC.
“In Fineco siamo stati i primi a introdurre il concetto di consulenza fee-only nel 2008 e all’epoca fu vista come una scelta folle. (…) Adesso un servizio efficiente che risponda alle esigenze del cliente viene retribuito esattamente come si paga la parcella a un architetto o a un avvocato. Questa è la direzione in cui il mercato sta andando”.
E sulla debolezza del titolo Fineco, che negli ultimi 12 mesi ha perso il 17% a fronte di un apprezzamento dei concorrenti, Foti ha replicato: “Dipende dai tassi. Fineco è considerata growth, cioè un’azienda ad alta crescita, che nei periodi con tassi elevati soffre per un motivo tecnico-matematico”.
Foti ha segnalato invece serenità su una possibile scalata borsistica sulla terza rete di consulenza italiana per masse e forza vendite: “Fineco è una public company: il 100% del capitale è flottante. Comprarsi una banca “significant”, cioè uno dei 140 istituti europei sottoposti alla supervisione della Bce, non è però come comprarsi una pizzeria”.
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