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Eurovita, Cimbri e l’incauto strike

6/21/2023 | Art-Noc*

“400.000 persone hanno incautamente affidato i propri risparmi” alla compagnia assicurativa. Quali le conseguenze delle parole del numero uno del gruppo Unipol?


Avviamo da oggi una collaborazione con un esperto manager italiano che da oltre 25 anni lavora nell'industria finanziaria internazionale. Con lo pseudonimo Art-Noc, il professionista commenterà i fatti salienti dell'industria portando una visione pacata, puntuale, ma anche ironica e provocatoria, con l'obiettivo di dare vita a dibattiti che possano permettere a questo settore di affrontare con coraggio ogni forma di cambiamento. 

 

Da diversi mesi centinaia di migliaia di persone seguono col fiato sospeso le drammatiche vicende di Eurovita (leggi qui le news relative), delle sue intricate implicazioni e dagli esiti ancora incerti. Quali categorie di persone sono più interessate alla vicenda finanziaria? Sicuramente i 400.000 risparmiatori in difficoltà (un numero davvero considerevole!), ma anche i consulenti che hanno consigliato e collocato una di quelle gestioni separate ora congelate, i dirigenti delle banche collocatrici di Eurovita stessa e quelli dell’IVASS, l’organismo di vigilanza delle assicurazioni. Ciascuna di queste categorie di persone ha sicuramente un motivo diverso per preoccuparsi dell’evolvere della intricata situazione.

 

Ebbene qualche giorno fa Carlo Cimbri, numero uno del gruppo Unipol, in occasione del congresso FABI è riuscito in un’impresa davvero memorabile, ovvero è riuscito a denigrare in un sol colpo tutte e quattro queste categorie. Non è stata un’impresa da poco. Ma vediamo per quale motivo.

 

La sua dichiarazione secondo la quale “400.000 persone hanno incautamente affidato i propri risparmi” (ad Eurovita) evoca l’aneddoto di chi si muove come “un elefante nel negozio di cristalli”.

 

Anzitutto perché chi sottoscrive una gestione separata con una primaria compagnia di assicurazioni non lo fa certamente in maniera incauta, visto che ha scelto di avvalersi dell’advisory di un consulente finanziario abilitato (o dobbiamo credere che 400.000 persone abbiano sottoscritto le polizze di ramo I direttamente nella sede di Eurovita?).

 

In seconda battuta poiché altrettanto “incauto” sarebbe ciascuno di quei consulenti finanziari – davvero il Dottor Cimbri ha questa opinione della categoria? A cascata, anche i dirigenti ed i vertici delle banche collocatrici si dovrebbero sentire “incauti” perché hanno stretto accordi di collocamento proprio con Eurovita ed estendendo il ragionamento, anche l’operato dell’IVASS sarebbe da classificarsi “incauto” perché non ha vigilato a sufficienza su 400.000 contratti sottoscritti con Eurovita.

 

Insomma una nutritissima schiera di incaute persone. O forse si tratta solo di una incauta dichiarazione?

 

* ART-NOC è lo pseudonimo di un esperto manager italiano che da oltre 25 anni lavora nell'industria finanziaria internazionale e non ha mai smesso di osservarla con curiosità e con un approccio costruttivamente critico. 

I pareri contenuti negli articoli a firma ART-NOC sono espressione dell’opinione personale e indipendente dell’autore.

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