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12/30/2019 | Daniele Riosa
Il 2019, a meno di scossoni ad oggi imprevedibili, potrebbe essere ricordato come un anno positivo per le reti. Nel terzo trimestre dell’anno, infatti, la raccolta netta in prodotti finanziari e servizi d’investimento delle società aderenti ad Assoreti, è stata pari a 7,3 miliardi di euro, con una flessione del 20,7% sul trimestre precedente (9,2 miliardi) ed una crescita del 14,9% rispetto allo stesso periodo del 2018 (6,4 miliardi).
A questi numeri, sempre secondo i dati diffusi da Assoreti, si aggiunge il dato più che confortante di ottobre che vede flussi in entrata netti di circa 3,5 miliardi: ben 118,1 per cento in più rispetto alla raccolta di settembre. Tornando al trimestre luglio-agosto-settembre, le dinamiche evidenziano la crescita congiunturale (+32,1%) e tendenziale (+74,3%) della raccolta netta sui prodotti del risparmio gestito, pari a quasi 4,6 miliardi di euro, mentre le risorse nette complessivamente raccolte sui prodotti in regime amministrato ammontano a 2,7 miliardi di euro, registrando una flessione sia nei confronti del trimestre precedente (-52,4%) sia rispetto al terzo trimestre del 2018 (-26,8%).
Nell’ambito del risparmio gestito, l’analisi per macro tipologia di prodotto evidenzia come, in termini congiunturali, vi sia la crescita dei volumi di raccolta netta realizzati sulle gestioni collettive e la flessione degli investimenti netti sulle gestioni individuali e sui prodotti assicurativi e previdenziali, mentre in termini tendenziali le dinamiche di crescita coinvolgono tutte le categorie di prodotto. La raccolta netta diretta realizzata sugli organismi di investimento collettivo del risparmio è positiva per 1,7 miliardi di euro; il bilancio trimestrale si attesta, pertanto, su volumi fortemente sostenuti sia rispetto a quanto rilevato nel trimestre precedente (99 milioni), sia rispetto al medesimo trimestre del 2018 (286 milioni).
Le movimentazioni nette in entrata si concentrano in maniera pressoché esclusiva sugli OICR tradizionali di tipo aperto e di diritto estero, sui quali le risorse nette investite ammontano a poco più di 1,7 miliardi di euro (620 milioni nel secondo trimestre 2019), mentre i volumi netti risultano negativi sia sulle gestioni collettive tradizionali di diritto italiano (-71 milioni), sia sui fondi di fondi italiani (-8 milioni) ed esteri (-93 milioni).
Il bilancio trimestrale dei fondi chiusi mobiliari è positivo per 127 milioni dieuro e risulta in crescita congiunturale e tendenziale, pur assumendo un livello inferiore ai volumi realizzati nei primi tre mesi dell’anno (178 milioni) e, soprattutto, nell’ultimo trimestre del 2018 (433 milioni). In termini di macro-categorie, le scelte di investimento effettuate sui prodotti di diritto estero privilegiano i fondi tradizionali obbligazionari (1,7 miliardi di euro) e azionari (408 milioni), ma anche i fondi di fondi bilanciati (115 milioni) ed azionari (93 milioni), mentre il saldo delle movimentazioni è negativo per i fondi tradizionali flessibili (-508 milioni), per quellin bilanciati (-137 milioni) e d, anche, per i fondi di fondi flessibili (-240 milioni) ed obbligazionari (-62 milioni). Per quanto riguarda gli OICR domiciliati in Italia, invece, il bilancio trimestrale è positivo per i fondi tradizionali flessibili (96 milioni)mentre è negativo per i fondi obbligazionari (-95 milioni), azionari (-58 milioni) e bilanciati (-27 milioni).
I volumi netti realizzati, tra luglio e settembre, sulle gestioni patrimoniali individuali sono positivi per 470 milioni di euro; i livelli raggiunti risultano quasi quintuplicati rispetto ai risultati rilevati nello stesso periodo dell’anno precedente ma evidenziano una flessione congiunturale del 13,4%. Le dinamiche osservate sulle due tipologie di gestione appaiono contrapposte: le risorse nette confluite sulle gestioni patrimoniali in fondi raggiungono i 650 milioni di euro, risultando in crescita sia rispetto ai tre mesi precedenti (+2,0%), sia nei confronti del terzo trimestre del 2018, quando si rilevavano deflussi per 38 milioni di euro, mentre peggiora il bilancio trimestrale delle GPM, sia in termini congiunturali sia in termini tendenziali, con la prevalenza delle voci in uscita su quelle in entrata per 179 milioni.
La raccolta netta in prodotti assicurativi è positiva per 2,2 miliardi di euro, con una flessione che si attesta al 16,2% in termini congiunturali (-25,4% sui premi lordi) ed un incremento tendenziale che raggiunge l’8,8% (8,0% sui premi lordi). La dinamica di contrazione coinvolge principalmente le polizze vita tradizionali e le polizze multi-ramo; per entrambe, infatti, si registra la riduzione dei volumi d’attività, lordi e netti, sia rispetto ai tre mesi precedenti, sia rispetto al periodo luglio-settembre del 2018.
La flessione congiunturale dei premi lordi coinvolge anche le unit linked, ma diversamente da quanto osservato sulle altre tipologie di prodotto assicurativo, gli stessi segnano un incremento tendenziale significativo del 32,7% e si accompagnano ad un più generico aumento dei volumi di raccolta netta (+39,5% in termini congiunturali; +123,9% in termini tendenziali). Il contributo complessivo delle reti all’intero sistema degli OICR aperti - realizzato attraverso il collocamento diretto di quote di fondi comuni d’investimento ed il collocamento indiretto, ossia tramite la distribuzione di gestioni patrimoniali in fondi e di prodotti assicurativi e previdenziali – continua, pertanto, ad essere positivo e si attesta su un ammontare pari a 3,7 miliardi di euro, ovvero al 93,4% dell’intera raccolta trimestrale realizzata sull’industria di fondi aperti.
Nel terzo trimestre dell’anno la raccolta netta sui titoli in regime amministrato è negativa per 2,7 miliardi di euro. I dati, per i quali si dispone della ripartizione per tipologia di strumento finanziario, evidenziano come le vendite abbiano coinvolto fortemente i titoli di Stato (-2,7 miliardi), le obbligazioni (-595 milioni) e gli strumenti del mercato monetario (-528 milioni), mentre i volumi di raccolta netta risultano positivi per i titoli azionari (622 milioni), i certificates (381 milioni) e gli exchange traded products (196 milioni). I deflussi dagli strumenti finanziari amministrati sono ampiamente controbilanciati dalla nuova liquidità confluita su conti correnti e depositi, pari a 5,4 miliardi di euro.
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