Tempo di lettura: 4min

Consulenti (ex-promotori), ecco cosa può influire sulla vostra attività

10/13/2014

La ricerca sui Financial Advisors di Natixis GLAM, condotta tra giugno e luglio su 1.800 pf e consulenti nel mondo, svela le sfide che i professionisti della consulenza si trovano a dover affrontare


L’industria della consulenza finanziaria sta crescendo in maniera esponenziale a livello globale, come mostra la ricerca sui financial advisors di Natixis Global Asset Management. Lo studio è stato condotto tra giugno e luglio 2014 su 1.800 consulenti (ex-promotori) e consulenti finanziari tra Europa, Asia, America e Medio Oriente, dei quali 150 in Italia. La ricerca svela le sfide che i professionisti della consulenza si trovano a dover affrontare e il ruolo chiave che i consulenti rivestono nella pianificazione finanziaria dei risparmiatori e nell’evoluzione verso investimenti basati su obiettivi reali.

 

La ricerca 2014 Global Survey of Financial Advisors mostra la forte crescita che il settore della consulenza finanziaria ha registrato a livello internazionale negli ultimi anni, soprattutto in Italia dove il 63% dei consulenti (ex-promotori) e dei consulenti finanziari indica una crescita forte o molto forte nel 2014. Tale livello è più alto se confrontato con il 62% registrato globalmente. I consulenti appaiono fiduciosi sull’andamento futuro della loro attività, ma evidenziano due fattori che potrebbero influenzare in maniera significativa la loro crescita.

 

Nonostante ci sia fiducia verso il futuro, i consulenti (ex-promotori) e i consulenti finanziari sottolineano due elementi che potrebbero influire sulla loro attività: i mercati e l’emotività. In Italia, in particolare, sono tre i punti deboli della relazione tra pf & clienti finali: (1) i risparmiatori che reagiscono emotivamente all’andamento dei mercati (86%); (2) la fiducia e l’atteggiamento degli investitori (83%); (3) i fattori legati al pricing (86%). Sono queste  le tre maggiori sfide per i consulenti (ex-promotori) e i consulenti finanziari.

 

Se da un lato i consulenti sono consapevoli di questi elementi, dall’altro lato ancora pochi risparmiatori riescono a identificare un collegamento tra comportamenti e successo negli investimenti. Come ha evidenziato la ricerca 2014 Global Survey of Individual Investors sugli investitori affluent e high net worth condotta alcuni mesi fa, alla domanda se evitare decisioni sull’onda emotiva può aiutare a raggiungere i propri obiettivi finanziari, solo il 6% degli intervistati italiani ha risposto “si”.

 
Il 69% dei consulenti finanziari italiani dichiara di incoraggiare i propri clienti nell’avere un obiettivo di rendimento indipendente dall’andamento generale dei mercati, mentre l’87% spinge i clienti ad individuare obiettivi personali per i loro investimenti. I risparmiatori sono aperti a tale idea, con il 68% degli investitori italiani che si dichiara disponibile a identificare un target di rendimento indipendente dal mercato. Tale passo potrebbe quindi sembrare facile in teoria, ma non così semplice in pratica in quanto i vari dati emersi dalle ricerche di Natixis Global Asset Management mostrano un chiaro gap tra consulenti e clienti. Infatti il 61% degli investitori italiani non ha dei chiari obiettivi finanziari e il 69% dichiara di non avere dei piani ben definiti.
 
 
La domanda maggiore che i clienti italiani pongono ai propri consulenti riguarda la propria pianificazione finanziaria in vista del pensionamento (47%) e l’accesso a prodotti che offrano un reddito (78%). Ma gli investitori sono realmente consapevoli di quanto necessitano dopo il pensionamento? Gli investitori italiani dichiarano di aver bisogno di rendimenti medi dell’8% all’anno sopra l’inflazione per raggiungere i propri obiettivi finanziari, un dato ben al di sopra del rendimento medio annuo di mercato registrato negli ultimi cento anni. Questa aspettativa di crescita alta e storicamente non realistica è in netto contrasto con le attitudini e la ben nota avversione al rischio degli italiani.
 
 
Nonostante uno scenario di mercato positivo registrato negli ultimi cinque anni, gli investitori rimangono ancora combattuti tra crescita e protezione del capitale, in particolare in Italia dove l’88% dei consulenti italiani (85% a livello globale) conferma che i clienti sono in bilico tra ricerca del rendimento e protezione del capitale.
 
 
Dall’altro lato, il 74% dei consulenti italiani si dichiara d’accordo sul fatto che i clienti siano più interessati a parlare di rischio rispetto allo scorso anno. E’ questa la ragione per la quale i consulenti stanno affrontando il rischio attraverso nuove tecniche di costruzione del portafoglio in modo da aiutare gli investitori a prendere in considerazione una gamma più ampia di strategie e soluzioni di investimento. I modelli tradizionali sono, infatti, messi in discussione sia da parte dei clienti, sia dai consulenti. Il 71% dei consulenti (ex-promotori) italiani ritiene che la classica allocation 60/40 non sia più il modo migliore per ottenere rendimenti e per gestire il rischio, un salto rispetto al 53% registrato nel 2013.
 
 
 
 

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?