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11/28/2024 | Redazione ADVISOR
La Retail Investment Strategy finisce nel mirino dell’European Fund and Asset Management Association. Le associazioni del settore finanziario, si legge in un comunicato di Efama, accolgono con favore gli obiettivi della nuova Commissione Europea volti a migliorare la competitività dell’UE, semplificare i quadri normativi e rafforzare l’applicazione delle leggi esistenti. Questi principi sono stati ribaditi anche dalla Commissaria designata Maria Luis Albuquerque durante la sua audizione di conferma al Parlamento Europeo, come riportato in un comunicato stampa dell’European Fund and Asset Management Association.
In questo contesto, e con l’urgenza di avanzare verso una Savings and Investments Union, è fondamentale sottoporre la Retail Investment Strategy (RIS) a un “check di competitività”. Attualmente, infatti, la RIS non raggiungerebbe il suo obiettivo iniziale di aumentare la partecipazione degli investitori al dettaglio nei mercati dei capitali europei. La strategia, così come proposta, introduce ulteriore complessità e burocrazia nei quadri normativi che già regolano la distribuzione di prodotti d’investimento e prodotti assicurativi legati agli investimenti (IBIP). Questo approccio contraddice l’impegno della Commissione Europea per ridurre gli oneri amministrativi e rafforzare l’attrattiva dei mercati finanziari dell’UE.
Secondo le associazioni firmatarie, è essenziale che i negoziati in corso tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione (i cosiddetti *triloghi*) si concentrino sull’obiettivo principale della RIS: consentire ai cittadini di investire nei mercati dei capitali senza imporre eccessivi oneri a carico degli operatori di mercato.
Per rendere la Retail Investment Strategy un vero strumento di crescita e partecipazione, è necessario apportare modifiche mirate. Sono tre aree chiave su cui focalizzarsi:
Regole troppo complesse e sovrapposte rischiano di soffocare l’interesse degli investitori al dettaglio e aumentare i costi operativi delle imprese, che alla fine ricadono sui consumatori. L’attuale proposta RIS incrementerebbe significativamente gli obblighi di rendicontazione e registrazione, aggiungendo ulteriori livelli di burocrazia. Inoltre, l’introduzione di numerosi atti delegati (Level 2 e 3 empowerments) creerebbe incertezza e complessità per le aziende. È essenziale evitare nuovi requisiti di conformità sproporzionati e semplificare il quadro normativo esistente.
Un percorso d’investimento semplice e accessibile è cruciale per attrarre nuovi investitori. Tuttavia, le attuali proposte RIS rischiano di complicare ulteriormente il processo, aggiungendo condizioni, test e obblighi di divulgazione. Ad esempio, l’acquisto di alcuni prodotti richiede attualmente oltre due ore di consulenza, scoraggiando i risparmiatori e spingendoli verso piattaforme o prodotti meno regolamentati. La RIS dovrebbe ridurre queste barriere, favorendo l’accesso ai prodotti regolamentati europei.
La trasparenza è fondamentale, ma un sovraccarico informativo può disorientare gli investitori e rendere l’investimento meno attraente. Le attuali proposte RIS impongono obblighi di divulgazione eccessivi e dettagliati sui costi, che potrebbero risultare controproducenti. È necessario focalizzarsi su informazioni significative e pertinenti, evidenziando i principali vantaggi dei prodotti, come le garanzie finanziarie, le caratteristiche ESG e altri aspetti qualitativi che guidano le decisioni di investimento dei consumatori.
Questi interventi rappresentano solo un punto di partenza per rendere la RIS un quadro normativo vantaggioso sia per gli investitori al dettaglio che per l’economia dell’UE nel suo complesso. In questa ottica, il settore finanziario apprezza l’impegno della Commissione Europea a promuovere la Savings and Investments Union e a collaborare con gli Stati membri su azioni chiave, come il potenziamento delle pensioni private e professionali, incentivi fiscali mirati e il miglioramento dell’alfabetizzazione finanziaria e assicurativa. Un approccio equilibrato alla RIS sarà essenziale per costruire mercati dei capitali europei più competitivi, accessibili e attrattivi per i cittadini e le imprese dell’UE.
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