Tremila e cento asset manager per un patrimonio di oltre 13 trilioni di euro. Sono questi i dati che emergono sull'industria dei fondi comuni rsi noti da Efama, la principale associazione europea dell'industria dell'asse management europeo, che ha pubblicato il 4° Annual Review "Asset Management in Europe: Facts and Figure".

 

In dettaglio si evince che il patrimonio dell'industria nel 2010  è cresciuto a 13,8 trilioni di euro contro i 12,4 della fine del 2009 e i 10,9 della fine del 2008. In relazione al PIL il patrimonio dell'industria è stimato nel 103% alla fine del 2010, in crescita rispetto al 97% alla fine del 2009 e all'81% della fine del 2008.

 

Gli asset manager, per Efama, continuano a rivestire un ruolo chiave nell'economia in quanto permettono di diversificare il rischio e contenere i costi degli investimenti. In dettaglio nel Regno Unito, in Francia e in Germania è stato amministrato il 65% del totale del patrimonio  pari a 8,059 miliardi. il Regno Unito continua ad essere il paese con i più grossi mandati mentre la Francia è il paese più grande dal punto di vista dei fondi (1,568 miliardi investi).

 

E gli istituzionali restano gli investitori più grandi. Il 68% del patrimonio deriva da tale segmento mentre il rimanente 32% appartiene al segmento retail. In particolare nel mercato anglosassone è molto spiaccata la presenza di istituzionali , dove il patrimonio appartenente a questi è del 77%, mentre in Francia scende al 64%, in Germania al 62% e in Italia al 51%. 

 

A livello di portafoglio nel 2010 si è prediletto l'investimento in bond ed equity, rispettivamente con il 44% e il 32% dell'AuM. 

 

Secondo Peter De Proft, direttore generale di Efama (nella foto): "Questo report di Efama indica il ruolo chiave giocato dall'industria europea dell'asset management nell'aiutare i governi, le corporation e le banche ha incontrare i bisogni di funding nel breve termine". 

 

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