Un'industria che vale circa 14 trilioni di euro. E' questo il valore del patrimonio europeo dei fondi comuni, secondo il report annuale di EFAMA (European Fund and Asset Management Association). Se nel corso del 2010 l'industria aveva registrato una crescita del 10%, nel 2011 il patrimonio è calato del 2% a 13,8 trilioni. Nel corso del 2010 la crescita era stata influenzata principalmente dai comparti azionari e obbligazionari, e in relazione al PIL l'industria rappresentava il 104%. Le tensioni sul debito sovrano e sul mercato azionario hanno portato l'industria a registrato un decremento del patrimonio che ha raggiunto quota 13,8 trilioni. Nonostante questa lieve decrescita l'Europa resta il secondo più grande mercato a livello globale, gestendo il 33% del patrimonio gestito mondiale.

 

In questi anni inoltre, l'industria del gestito ha rivestito un ruolo chiave nel finanziare l'economia europea, supportandone la crescita economica. Difatti più di 3.100 sono gli asset manager respirati in Europa e impiegano circa 85.000 persone, inoltre queste società hanno fornito liquidità per il corretto funzionamento del mercato finanziario.

 

Anche se l'industria è concentrato in un numero limitato di paesi. I tre principali sono: Francia, Regno Unito e Germania, che assieme gestiscono il 65% del totale del patrimonio in Europa a fine 2010. E seppure i comparti obbligazionari e azionari restano le aste class preferite a fine 2010 con rispettivamente il 44% e il 31% dell'AUM a fine 2010. Nel 2011 invece i fondi azionari hanno registrato un lieve decremento del 14%. In contrasto i fondi sul reddito fisso hanno aumentato gli aste del 10%, e malgrado l'indice  Stoxx Europe 600 è sceso del 12% nell'anno, gli asset investiti in Europa sono riusciti a circostanziare le turbolenze dei mercati finanziari e a contenere la diminuzione solo del 2,8%.