Perché la Consob non ha vigilato sull'operato della promotrice finanziaria Bruna Giri che era già stata sospesa per 60 giorni nel 2002? E' questa la domanda che si  pone Federpromm, Federiazione dei consulenti (ex-promotori) e consulenti finanziari che interviene sull'ultimo scandalo romano affermando che "tale scandalo, oltre a danneggiare fortemente l'immagine, il ruolo professionale dell'intera categoria dei consulenti (ex-promotori) che con sacrifici ed onestà svolgono quotidianamente il proprio lavoro di consulenza al servizio dei risparmiatori e delle istituzioni, non trova giustificazione sul piano dei controlli che la stessa Consob avrebbe dovuto adottare nei confronti della Giri". 

 

Secondo quanto riportato in una nota diffusa da Federpromm, risale al 2002-2003 il provvedimento censorio da parte della stessa Consob nei confronti della promotrice B.Giri "che la sospese per sessanta giorni a seguito del suo comportamento poco chiaro ed onesto nei rapporti con alcuni clienti". Inoltre il Sindacato chiede "come è stato possibile che gli intermediari, il loro controller interno, non si siano accorti in tempo e non abbiamo fatto le opportune verifiche – come richiesto dalla normativa regolamentare - nello svolgimento della attività del consulente (ex-promotore) con ispezioni mirate che potessero evidenziare e prevenire il comportamento criminoso?"

 

Insomma, secondo Federpromm "non è bastato lo scandalo dei pariolini (Lande & Company) per constatare ancora come il circolo delle truffe sia diventato una forma ricorrente nel catturare il consenso da parte di investitori affamati che rincorrono il cd “maggior rendimento” senza che le autorità di controllo (Consob in primis) vigilino con attenzione e prevengano tali forme di raggiro".