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11/14/2024 | Daniele Barzaghi
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze vende il 15% di MPS, riducendo la propria quota residua del 26,7% all'11,7%, rispettando l'accordo con l'Unione Europea (che prevedeva la discesa dell'azionista pubblico sotto la soglia del 20% entro la fine dell'anno) e ottenendo un ricavo da 1,1 miliardi di euro (con un premio del 5% rispetto alla chiusura dei listini di ieri).
Il dicastero affidato a Giancarlo Giorgetti ha avviato una procedura accelerata di raccolta ordini per la cessione di poco meno di 88,2 milioni di azioni della più antica banca del mondo in attività.
Banca Akros, l'investment bank del gruppo Banco Bpm, agirà da global coordinator e bookrunner (ruolo che le consentirebbe di impedire al MEF di mettere sul mercato ulteriori azioni per un periodo di 90 giorni, ndr).
E proprio il gruppo guidato da Giuseppe Castagna ha immediatamente annunciato che la capogruppo Banco BPM comprerà un terzo del pacchetto - il 5% del capitale della rivale senese - pur precisando che non supererà tale soglia nell'immediato.
A ben guardare, poi, al 5% rilevato dall'istituto di Piazza Meda, da sempre vicino all'area culturale e politica del ministro Giorgetti, sarebbe da sommare un altro 3% di MPS che Anima (su cui pende l'Opa lanciata di recente da Banco BPM) ha già annunciato di comprare (da sommare allo 0,9% già detenuto) in ottica di consolidamento: i 1.300 sportelli senesi rappresentano infatti il secondo canale di distribuzione della casa di gestione milanese (il primo è Banco BPM, ndr) e da lì transita un terzo dei suoi ricavi.
Che le due partite per il controllo di MPS e Anima siano collegate lo rivela apertamente la nota diffusa in serata dalla stessa Banco BPM: “L'acquisizione della partecipazione in MPS da parte di Banco BPM si inserisce nel contesto più ampio dell’offerta pubblica di acquisto volontaria sulla totalità delle azioni di Anima Holding annunciata lo scorso 6 novembre ed è coerente con la strategia del gruppo di rafforzamento delle proprie fabbriche prodotto” si legge nel comunicato ufficiale, che aggiunge un elogio alla gestione dell'a.d. Luigi Lovaglio - “L’operazione dimostra l’apprezzamento per i risultati e i progressi realizzati negli ultimi anni dall’attuale management e dal cda di MPS” - e una chiosa finanziaria - “L'operazione ha un impatto sul CET1 ratio di Banco BPM al 30 settembre 2024 pari a -9 bps e non influirà sulla politica di distribuzione esistente. Sulla base delle ultime stime di consensus di MPS, l’investimento genererà un rendimento annuo del 14% circa sotto forma di dividendi, con un impatto positivo sull’utile per azione pari a circa il 2,5%”.
Tolto il 5% preso da Banco BPM e il 3% da Anima, il rimanente 7% del pacchetto azionario di MPS messo in vendita dal MEF sarà invece equamente suddiviso tra due gruppi industriali, anche in questo caso italiani: un 3,5% al gruppo Caltagirone e un 3,5% a Delfin, la holding degli eredi Del Vecchio.
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