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Draghi: pronti al giorno della verità

8/2/2012 | Redazione Advisor

Il presidente della Banca centrale europea, a Francoforte, richiama i governi. Nella sua forma attuale il fondo di salvataggio Esm che l'Europa sta per lanciare non è una "controparte" in grado di accedere ai finanziamenti della Bce. Milano perde il 3%


 

Era atteso al varco, il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi (nella foto). Lo aspettavano analisti, governanti, investitori. Ma quelle che Draghi ha dettato, in occasione di una conferenza stampa a Francoforte, sono state per lo più linee guida. Di certo, due sono le macro-realtà del caso: la prima, a spingere il presidente della Bce verso l'annuncio di nuove misure anti-crisi la scorsa settimana ''non è stata una specifica situazione ma la sensazione di un peggioramento della crisi e delle conseguenze della frammentazione dei mercati finanziari in Europa''. E la seconda, fra le altre opzioni che la Bce sta studiando, accanto agli interventi sui mercati dei titoli di Stato, c'è la possibilità di riprendere i maxi-prestiti alle banche Ltro e la revisione delle garanzie chieste alle banche in cambio di liquidità.

 
In sottofondo alle parole di Draghi, pesano le tensioni sui mercati e quel clima di incertezza e volatilità con cui ormai abbiamo imparato a convivere (perché "i rischi continuano a essere il ribasso" e tra i principali fattori che pesano figurano "l'elevata disoccupazione" e "il rallentamento dell'economia globale"). Draghi ha avvitato il suo discorso su un'ultima presa di coscienza, ovvero che nella sua forma attuale il fondo di salvataggio Esm che l'Europa sta per lanciare non sarà una ''controparte'' in grado di accedere ai finanziamenti della Bce. La Bce non puo' sostituirsi ai governi e, prima che possa intervenire sul mercato dei titoli di Stato, i paesi devono ricorrere ai fondi salva-Stati Efsf ed Esm. Attenzione, conclude Draghi: se necessario, il consiglio direttivo della Bce "potrebbe tornare a intervenire sul mercato" (acquistare, quindi, titoli di Stato sul mercato secondario) oppure "varare misure di politica monetaria non standard".
 
 
Gli spread "eccezionalmente alti" sono "inaccettabili" (continua a salire lo spread tra Btp e Bund, che sfora il tetto di 480 punti base, arrivando a quota 485; rimbalzano anche i Bonos spagnoli, con lo spread a 545) e la Banca centrale europea si tiene pronta ad affrontare la situazione sui mercati e i premi di rischio. L'Euro, nell'immediato, è irreversibile.
 

La Bce, nella riunione odierna, ha deciso che i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,75%, all'1,50% e allo 0,00%. Il consiglio Bce, ha aggiunto Draghi, ha discusso un nuovo taglio dei tassi ma i membri hanno concordato sul fatto che "adesso non è il momento".

 
Dopo le parole di Mario Draghi, si aggrava il rosso delle Borse europee. A Milano, l'Ftse Mib perde il 2,3%, fa peggio Madrid che è addirittura sotto del 5%. Piu' contenuti i cali di Parigi e Francoforte, che lasciano sul terreno circa l'1,8%. A Piazza Affari a picco le banche, con Mediobanca che cede il 5,7% e le utility (Enel cede quasi il 5%).
 

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