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5/29/2018
Alla luce dei recenti sviluppi politici, tentiamo di dare uno sguardo al mercato dei BTP tenendo conto dell’operato della Banca Centrale Europea, del MEF e delle traiettorie fiscali di breve e medio periodo.
Alessandro Tentori, CIO AXA Investment Managers Italia analizza come le condizioni monetarie e finanziarie riflettono l’andamento dei tassi d’interesse reali, del tasso di cambio reale e di tutta una serie di indicatori di performance delle diverse classi di attivo.
Una delle problematiche dell’Eurozona nasce dall’esistenza di diversi tassi d’interesse di riferimento, che in situazioni di grande incertezza politica tendono a distanziarsi dal tasso di deposito della BCE. In effetti, uno degli obiettivi del PSPP era quello di aumentare la correlazione tra tassi core e tassi periferici, soprattutto sulla parte breve della curva.
L’aumento repentino del rendimento del BTP a due anni ha un duplice significato: da una parte l'inasprimento delle condizioni monetarie in Italia, paragonabile cioè a un aumento dei tassi da parte della Banca d’Italia, e dall'altro l'aumento del rischio paese, soprattutto nel contesto di un appiattimento della curva BTP. Per esempio, il BTP a due anni vale OIS+120bp mentre il corrispettivo Schatz Tedesco gira intorno a OIS meno 40bp.
Tentori prosegue analizzando i segnali espressi dai mercati finanziari che cominciano a essere fonte di preoccupazione e sicuramente riflettono una situazione fondamentale di medio/lungo periodo non proprio ottimale. Detto ciò solamente due settimane fa, gli stessi mercati erano galvanizzati da quello scenario congiunturale, fiscale, politico e finanziario che oggi incute timore. Senza voler entrare in ambito filosofico, c’è comunque da chiedersi se la volatilità recente sia un’esclusiva Italiana o se invece si sarebbe potuta verificare ovunque in Europa, visto l’inesorabile avanzare di nuovi schieramenti politici rispetto all’architettura politico/finanziaria Europea. Il grafico evidenzia anche come gli investitori globali abbiano usato il cambio EUR/USD come “hedge” per il rischio espresso dall’allargamento del BTP.
Tentori conclude come dal punto di vista fiscale, l’aumento dei rendimenti del BTP non preoccupa nel breve periodo: la lungimirante politica di emissione del MEF (in particolare l’allungamento della vita residua del debito pubblico) contribuisce a mantenere storicamente basso il costo di rifinanziamento governativo, anche in presenza di uno shock di 85bp sul decennale da inizio anno. Nel medio/lungo periodo, invece, i mercati scontano il rischio di una politica fiscale meno allineata con il patto di stabilità e di crescita. Questo è un fattore decisamente negativo nel contesto di uno stock di debito pubblico a livelli già molto alti. Ovviamente, la recente incertezza politica non aiuta a stabilizzare i mercati. Rimane la questione del tightening implicito delle condizioni monetarie in Italia, questione che Mario Draghi potrebbe dover affrontare durante la riunione del 14 Giugno.
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