MPS dovrebbe essere mantenuta autonoma e non essere il volano per la creazione del terzo gruppo bancario italiano insieme a Banco Bpm e/o Bper, secondo quanto espresso da Lando Maria Sileoni (in foto), segretario generale della Fabi, in occasione del 128° Consiglio nazionale del principale sindacato dei bancari italiani.

Per un settore che in poco più di 10 anni ha visto l'uscita di 90.000 lavoratori (perlopiù prepensionamenti), in parte bilanciata dall’assunzione di 40.000 giovani la decisione che Governo e Bce prenderanno su quella che ad oggi è la sesta banca nazionale (includendo il gruppo cooperativo Iccrea) è la variabile fondamentale dei prossimi mesi nella visione del sindacalista.

“Il risiko bancario potrebbe riattivarsi da un momento all’altro perché al di là delle dichiarazioni di facciata io conosco bene quello che gli amministratori delegati decidono spesso di non dire e di nascondere” ha evidenziato Sileoni. “L’eventuale mancata nascita del uovo polo prevederebbe automaticamente un Monte dei Paschi di Siena autonomo nel tempo; per centrare questo obiettivo la proroga di uno o due anni alla Bce va chiesta ora”.

Secondo il segretario generale Fabi infatti la Bce starebbe spingendo per aggregazioni bancarie in tutta Europa (che sarebbero sotto il suo controllo diretto e non dipendenti dalle Banche centrali nazionali, ndr) e la creazione di colossi continentali non dispiacerebbe neanche al ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che Sileoni ha più volte ringraziato durante il congresso per il suo "determinante aiuto" nel far riconoscere all’Abi (l’associazione dei banchieri italiani) l’aumento di 435 euro medi mensili nel nuovo contratto dei bancari: “L’iniziativa di Messina al nostro congresso annuale dello scorso anno ha avuto un merito innovativo ed esclusivo che fino a oggi non è stato sottolineato da nessuno. Messina ha sparigliato il campo, ha rivoltato il tavolo, ha interrotto generazioni di rituali spesso inutili e ipocriti”.