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7/18/2017 | Davide Mosca
"Il punto non è scoprire di quanto saliranno i rendimenti sui titoli di Stato, bensì capire fino a che punto le banche centrali siano disposte a tollerare che il rialzo dei rendimenti sovrani e dei tassi d'interesse favorisca un ribasso dell’azionario." L'analisi di Charles McKenzie, chief investment officer obbligazionario di Fidelity International, parte dall'assunto che sia necessario andare oltre le canoniche domande riguardanti strettamente rendimenti obbligazionari e tassi di interesse e assumere una visione più globale per comprendere fino in fondo cosa succederà e come agire in relazione ai movimenti in vista nel campo della politica monetaria.
"Nelle riunioni della Banca Centrale Europea e della Federal Reserve di luglio - spiega McKenzie - non ci aspettiamo alcun cambiamento di rotta per quanto concerne le politiche monetarie. Entrambe le banche centrali però saranno probabilmente attive su questo fronte nell’ultimo quadrimestre dell’anno." Nello specifico l'attesa per quanto riguarda la BCE è per un annuncio a settembre di modesto tapering con inizio gennaio 2018, combinato con una proroga del QE per attutire gli effetti complessivi sui mercati dei tassi. Sempre a settembre anche la Fed dovrebbe annunciare l'inizio del processo di normalizzazione del bilancio, pronta però a intervenire per placare i mercati in caso di forte volatilità o impennata dei rendimenti. Nel Regno Unito, infine, appare più probabile un innalzamento dei tassi entro fine anno, nonostante le incertezze legate a Brexit.
In un contesto con queste caratteristiche, avverte il chief investment officer obbligazionario di Fidelity International, bisogna resistere alla tentazione di ridurre la duration. Assunto che parte dal convincimento che i fattori di lungo periodo come l'invecchiamento della popolazione, l'eccesso di indebitamento e la diseguaglianza crescente siano più importanti dei movimenti di breve termine legati alle reazioni dei mercati alle decisioni degli attori della politica monetaria. "Ridurre la duration - sottolinea McKenzie - ha due conseguenze molto importanti: la rinuncia a un contrubuto rilevante in termini di rendimento e un aumento della correlazione positiva tra le componenti obbligazionari e quelle azionarie."
Come agire dunque in termini di scelte di investimento? La strategia dell'asset manager statunitense prevede tre punti fondamentali. Il primo è l'acquisizione di un'ottica globale con un'allocazione geografica differenziata per sfruttare la diversità di posizionamento delle differenti economie all'interno del ciclo. Necessario inoltre guardare oltre l'orizzonte dei titoli di Stato poiché "allo stato attuale - fa notare il chief investment officer obbligazionario di Fidelity International - gli investitori sono adeguatamente remunerati in termini di spread aggiuntivo per il rischio di credito." Valutare, infine, l'opportunità di diversificazione fornita dalle obbligazioni indicizzate all'inflazione, strumento spesso trascurato, ma in grado di offrire un margine di protezione nel caso in cui l'andamento dei prezzi al consumo finisca per sorprendere al rialzo.
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